Nessuno si è accorto dell’aumento dei prezzi alla produzione

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Nessuno si è accorto dell’aumento dei prezzi alla produzione

Nessuno si è accorto dell’aumento dei prezzi alla produzione

05 Dicembre 2007

La maggioranza dei
commenti degli osservatori si sono appuntati di recente sul dato negativo
dell’inflazione al consumo, che è accelerata dal 2,4 per cento in ottobre al
2,5 per cento in novembre.

Non ha ricevuto, invece, l’attenzione che merita la
dinamica dei prezzi alla produzione, che evidenzia un’evoluzione preoccupante
per l’Italia, rispetto ai nostri partner europei.

L’inflazione alla produzione
nel nostro paese, infatti, è aumentata fortemente, balzando al 3,5 per cento in
settembre,  dal 2,1 per cento nel mese
precedente; un incremento relativamente più rilevante di quello dell’inflazione
al consumo che pone l’Italia in condizioni nettamente peggiori  rispetto alla Germania, dove i prezzi alla
produzione sono saliti dell’1,5 per cento, e alla Francia, dove sono aumentati
del 2,7 per cento.

Per le nostre
imprese, fortemente orientate all’export, gli aumenti dei prezzi alla
produzione relativamente più elevati rispetto alla Germania e alla Francia
determinano una perdita di competitività, aggravando il danno prodotto dal
deprezzamento del dollaro.

Non sorprende quindi che, secondo stime preliminari,
le esportazioni italiane sarebbero addirittura diminuite a ottobre, dell’1,6
percento, e l’indicatore del clima di fiducia delle imprese industriali italiane
abbia rilevato una diminuzione a novembre.

In tutti i paesi
europei, gli aumenti dei prezzi alla produzione sono riconducibili alla
dinamica dei prezzi dei beni alimentari e dell’energia.

Nel caso italiano, la
componente energetica incide pesantemente in virtù dell’insufficiente diversificazione
della produzione e delle fonti di approvvigionamento di energia.

Invece di
adombrare il ricorso a iniziative inefficaci di controllo dei prezzi, il
Governo farebbe meglio ad attivare le tanto attese politiche di liberalizzazione e
la realizzazione di rigassificatori.