Netanyahu attacca l’Iran: sta preparando una nuova Shoah
15 Maggio 2016
Ieri è stata aperta una mostra internazionale nella capitale iraniana e sono state presentate 150 vignette provenienti da 50 Paesi per denunciare la politica israeliana in Medio Oriente. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha criticato con fermezza la mostra di caricature anti-israeliane accusandola di “ridicolizzare” la Shoah e di preparare “una nuova Shoah“.
E il premier israeliano, aprendo il consiglio dei ministri: “Alla fine della settimana si è aperta in Iran una competizione speciale di caricature sulla negazione della Shoah. Occorre comprendere che il nostro problema con l’Iran non è solo la sua politica di destabilizzazione e aggressione regionale, ma anche una questione di valori: quel Pese nega la Shoah, ridicolizza la Shoah e prepara una nuova Shoah. Tutti i Pesi devono mobilitarsi e condannare chiaramente tutto ciò, come ho detto ieri al segretario di Stato John Kerry in una conversazione telefonica.”
E ha aggiunto: ”Non è solo la sua politica sovversiva ed aggressiva nella Regione ma sono i valori sui cui essa si basa” fra cui appunto ha elencato il diniego della Shoah, la sua ridicolizzazione e la ”preparazione di una nuovo Olocausto”.
Nel corso della riunione di governo a Gerusalemme, dopoaver incontrato il ministro degli esteri francese, Netanyahu ha inoltre dichiarato: “La strada per una vera pace tra noi e i palestinesi passa attraverso negoziati diretti. Ogni soluzione diversa allontana la pace e concede ai palestinesi una scappatoia per evitare la radice del conflitto che è il riconoscimento di Israele come stato nazionale del popolo ebraico”.
Con il capo del Quai d’Orsay Netanyahu ha parlato dell’iniziativa di Parigi per una prossima Conferenza per riavviare il processo di pace e sulla quale Israele dissente. E ha condannato il recente voto francese a favore di una risoluzione dell’Unesco che, secondo Israele, non riconosce le connessione dell’ebraismo con il Monte del Tempio, chiamato dagli arabi Spianata delle Moschee. Un fatto che “getta un’ombra sull’obiettività dell’iniziativa francese”.