Netanyahu sceglie Fiamma, Obama intanto scarica l’AIPAC

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Netanyahu sceglie Fiamma, Obama intanto scarica l’AIPAC

11 Agosto 2015

Il primo ministro Netanyahu ha indicato Fiamma Nirenstein, giornalista, scrittrice e politica, come nuovo ambasciatore dello Stato ebraico in Italia. Netanyahu si è detto convinto che la nomina «aiuterà a rafforzare i legami tra i due Paesi». Parole sante, almeno per noi che abbiamo ospitato spesso gli interventi di Fiamma sulle pagine dell’Occidentale e non abbiamo mai messo in discussione l’amicizia tra Italia e Israele. E’ una mossa, quella di Netanyahu, verso un governo, quello italiano, che nonostante le fortissime pressioni internazionali e a differenza degli altri membri Ue non ha riconosciuto lo Stato di Palestina. O meglio, quando qualcuno nel nostro Paese ha provato a far passare una mozione in tal senso, subito dopo è arrivata quella targata Ncd a rimettere i paletti al loro posto. Una pagina parlamentare della quale possiamo andare fieri.

 

Ma c’è un’altra notizia che in questi giorni sta rimbalzando sul web destando sconcerto e scalpore. Quella del presidente Barack Obama che attacca l’AIPAC, l’American Israel Public Affairs Committee, il gruppo che più di altri sostiene la “special relationship” fra Washington e Gerusalemme. Secondo il New York Times, Obama avrebbe stigmatizzato la campagna condotta dall’AIPAC contro l’accordo sul nucleare tra Usa e Iran, promettendo scintille contro chi diffonde “falsità” sull’accordo. In un discorso all’American University, Obama, senza citare l’AIPAC, se l’è presa con quelli che nel 2003 spinsero per l’invasione dell’Iraq, gli stessi che secondo il presidente adesso usano una retorica simile contro l’accordo con l’Iran. Senza accordo, secondo Obama, il rischio è una nuova guerra in Medio Oriente. In realtà, se guerra dovesse esserci, scoppierà perché un Iran atomico è destinato a scatenare una rincorsa nucleare tra i Paesi dell’area, portando a funeste conseguenze.

 

Lascia a dir poco perplessi la deriva impressa dal presidente Obama alle relazioni con Israele: non è questa l’America che conoscevamo, certo non quella del tanto bistrattato Bush che mai avrebbe ceduto ai mullah atomici. Un’America irriconoscibile nella quale Obama apre a certe “lobby” e chiude la porta in faccia ad altre, rischiando di lasciare un frutto avvelenato al suo successore. L’AIPAC non è un gruppo monopolizzato dal Partito Repubblicano, è sempre stata un’entità bipartisan, che ha sostenuto sia l’Asinello che l’Elefantino. Obama rompe con la consuetudine e strapazza l’AIPAC, mettendo a repentaglio un tesoro di relazioni strategiche per la sicurezza internazionale. Anche la nostra sicurezza, degli alleati dell’America, di tutti coloro che oggi festeggiano come una buona notizia la designazione di Fiamma Nirenstein a nuovo ambasciatore di Israele in Italia.