“New Start”, i conti sul disarmo nucleare sono tutti da rifare

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“New Start”, i conti sul disarmo nucleare sono tutti da rifare

09 Aprile 2010

C’è almeno una buona ragione per dubitare dello “storico vertice” di Praga sulla riduzione degli armamenti strategici – storico come la riforma sanitaria, come l’elezione del primo Presidente nero della Storia americana, come qualsiasi cosa tocchi dica o faccia Obama. La Casa Bianca ha descritto il "New START" come un passo nella direzione del disarmo nucleare ma non è così. Per aiutarci a far luce sulla vera natura del Trattato useremo un report scritto dal professor Hans Kristensen – direttore del Nuclear Information Project – apparso sull’autorevole sito della Federation of American Scientist.

“Il Trattato – spiega il Professore – riduce solo il limite legale per lo schieramento delle testate strategiche ma non riduce il numero delle testate”. Prima di capire perché, ricordiamo i limiti imposti dal New START: Usa e Russia potranno dispiegare al massimo 1.550 testate strategiche ciascuno, comprensive di quelle sui missili balistici intercontinentali (ICBM) e sui missili balistici lanciati dai sottomarini nucleari (SLBM). Il limite di ICBM, SLBM e di bombardieri equipaggiati per il trasporto di ordigni nucleari è fissato a 700. Quello dei vettori e dei sistemi di lancio a 100. Il numero delle testate strategiche, di conseguenza, dovrebbe essere del 30 per cento più basso rispetto al Trattato di Mosca siglato da Bush nel 2002 e del 74 per cento più basso rispetto allo START del 1991. Se questi dati fossero veri si tratterebbe senza dubbio di un successo. Ma una cosa sono “i limiti legali” e un’altra “i numeri” delle testate da schierare. I trattati vanno letti fra le righe ed è proprio qui che scopriamo il trucco dei bombardieri strategici. Il criterio per conteggiare le armi nucleari fissato nel New START – che il professor Kristensen non esita a definire “fasullo” – prevede infatti che ogni bombardiere sia considerato alla pari di una testata strategica. Il fatto è che in un bombardiere ci possono stare non una, ma anche venti bombe atomiche, ed è per questo che il Trattato di Mosca attribuiva il numero reale di ordigni al bombardiere che li trasportava.

Nel trattato di Mosca, “Gli Stati Uniti avevano fissato che le bombe contate come ‘operative’ erano tutte quelle ‘caricate su cacciabombardieri o immagazzinate nei depositi di bombe all’interno delle basi che ospitano i bombardieri’. Come risultato, negli ultimi cinque anni un gran numero di ordigni e di missili da crociera sono stati eliminati dalle basi americane e spostati nei siti di immagazzinamento centrali, lasciando solo quel numero di testate per singolo bombardiere che avrebbero dovuto essere conteggiate in rapporto alle 2.200 complessive, imposte dai limiti fissati a Mosca. Il nuovo Trattato di Praga invece attribuisce solo una testata per ogni bombardiere e non importa più se le armi sono nelle basi dei bombardieri oppure no; è il bombardiere che conta non l’arma. Come risultato, una base con 22 bombardieri B-52 conterà come 22 ordigni, sebbene potrebbero esserci centinaia di testate all’interno del sito”.

Se applichiamo questo criterio allo stato di cose attuale, gli Stati Uniti avrebbero schierate 1.650 testate e non le 2.100 che in effetti hanno, mentre la Russia invece di 2.600 se ne vedrebbe conteggiate 1.740. In totale, americani e russi, “nasconderebbero” 1.310 testate, un numero maggiore a quello dell’arsenale atomico di Gran Bretagna, Cina, Francia, India, Israele e Pakistan messi insieme. Per cui, se dovessero rispettare le guidelines del New START, Washington e Mosca entro il 2017 si ritroveranno con un numero di testate maggiore rispetto a quelle che avrebbero avuto con il Trattato di Mosca entro il 2012. Considerare “storico” un Trattato che in fondo consente alle due potenze di mantenere intatto il proprio arsenale è quanto di più lontano dalla lunga marcia verso il disarmo nucleare che possa venire in mente. “Il nuovo accordo START non è un accordo di riduzione nucleare bensì un accordo di controlli reciproci e di confidence building – conclude Kristensen – Si tratta di una intesa collegata ai missili balistici che, in pratica, rimuove i bombardieri strategici dal controllo degli armamenti. La buona notizia è che un accordo modesto come questo probabilmente sarà approvato con più facilità”.