Nichi pellegrino dalla California d’Italia a quella di Schwarzy
17 Novembre 2010
di redazione
Non ci attarderemo sui commenti che hanno inseguito Nichi Vendola nel suo viaggio negli Usa, “Chi paga le spese del viaggio, vitto e alloggio, per il Presidente e la sua delegazione?”, si sono chiesti gli esponenti del Pdl pugliese. Ci diverte di più, semmai, testimoniare come anche il rosso Nikita, alla fine, abbia ceduto al fascino degli States. Non quelli della gloriosa tradizione leftist e neppure quelli del vangelo obamiano. No, Nichi si è innamorato della California – repubblicana – di Arnold “Terminator” Schwarzenegger.
Invitato al Governor’s Global Climate Change di Davis, Nichi confessa di essersi emozionato al momento della “photo-op” con Schwarzy, “uno vicino all’altro – ha detto simpaticamente – sembravamo il remake del film i Gemelli”. Si è parlato di “rivoluzione verde” e Nichi ha proposto ad Arnold di tenere in Puglia la prossima edizione del summit. Anche in questo caso, preferiamo rimandare al futuro una disamina più scrupolosa sulle reali opportunità del green per lo sviluppo dell’economia globale. Vendola ha mai letto gli studi del professor Calzada sulla Spagna, dove le promesse dell’ecologia sembrano aver creato maggiore disoccupazione?
E ancora, potremmo ma non vogliamo maramaldeggiare sulla spaccatura che Nichi sta alimentando all’interno del Pd con le sue dichiarazioni giunte da Oltreceano, che invitano la sinistra a non allearsi con i finiani, con buona pace del governo di unità nazionale evocato dalla Bindi e santificato da Bersani. Quello stesso Bersani che non deve aver gradito molto di vedere il faccione di Nichi sul sito dei piddini americani, subito dopo aver visto saltare l’incontro previsto con leader di SeL per sabato prossimo.
Quel che invece ci sorprende positivamente è che anche l’ultimo dei governatori comunisti dell’Europa Occidentale ha scoperto l’America, anzi, “sembra un americano”, come ha detto ammirato uno dei boss della Rockfeller Foundation. C’è stato un tempo in cui di “americani” a sinistra se ne contavano davvero pochi, se escludiamo l’attuale inquilino del Colle. Ora era colpa di Reagan e Bush, ora del liberismo selvaggio, ora delle basi americane in Italia. Soprattutto, i compagni inorridivano di fronte a Rambo, l’incarnazione di tutta la violenza e dell’ignoranza degli yankee.
Nell’ormai remoto 1985, Vendola partecipò ad un ironico “processo a John Rambo” presenziato dal compianto Beniamino Placido, in cui gli intellos della cultura di sinistra, dopo aver associato il reaganismo al rambismo, decisero un po’ paternalisticamente di assolvere Stallone per via della sua pochezza. Bene, chiunque abbia la passione degli action-movie e degli spara-tutto, non può non associare la figura di Rambo al Terminator interpretato più o meno negli stessi anni dall’attuale governatore della California.
Oggi, a distanza di 25 anni, apprendiamo che uno dei pregiudizi storici dell’antiamericanismo nostrano – la diffidenza verso la cultura di massa americana – è caduto. Nichi ha abbracciato Schwarzy, di cui apprezza l’impegno ambientalista ma anche le critiche alla Proposition 8, il referendum che nel 2008 ha cancellato la possibilità dei matrimoni gay (lo scorso agosto una sentenza della Corte federale ha rovesciato il volere popolare). E Nicola Frantoianni, il giovane braccio destro di Vendola, ha chiosato: “Terminator è un grande film, soprattutto il primo”. A quando la riabilitazione di Rambo, della Guerra in Vietnam, e del ruolo dell’America nel combattere il Comunismo durante la Guerra Fredda? Se così fosse allora il pellegrinaggio di Vendola dalla Puglia, California d’Italia, a quella governata dai repubblicani, avrebbe prodotto davvero un grande risultato.
P.S. Nel frattempo, consiglieremmo a Vendola, quando gli capita, di tornarci nell’amata Puglia. Ieri non c’era, e la sua giunta è andata sotto per due volte in consiglio sulla “Riorganizzazione della rete consultoriale”. Gli obiettori di coscienza ringraziano.