Nigeria, il fallito blitz per liberare gli ostaggi è uno schiaffo all’Italia

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Nigeria, il fallito blitz per liberare gli ostaggi è uno schiaffo all’Italia

09 Marzo 2012

Franco Lamolinara e Cristopher McManus erano stati sequestrati a Birkin Kebin – in Nigeria – il 12 maggio scorso dal gruppo “Boko Haram”, i cosiddetti “Talebani della Nigeria”. Sono stati uccisi all’alba della notte scorsa, a seguito della tragica conclusione di un’operazione condotta dalle forze di sicurezza nigeriane, con il sostegno operativo di quelle britanniche.

In base alle ricostruzioni del Daily Telegraph, gli ostaggi sarebbero stati uccisi dai rapitori con un colpo alla testa prima che le forze speciali nigeriane entrassero nel compound. Invece, secondo fonti della sicurezza nigeriana, la morte di Lamolinara e McManus sarebbe avvenuta nel fuoco incrociato durante il blitz per liberarli. Insomma, nulla di chiaro. Ma una sola certezza: il totale fallimento del blitz.

Al riguardo, ecco le parole del premier britannico David Cameron: “I terroristi avevano fatto minacce chiare di volerli uccidere e avevano diffuso un video su Internet. Dopo mesi in cui non sapevamo dove fossero, abbiamo ricevuto informazioni credibili su dove si trovavano. Avevamo ragione di credere che le loro vite fossero in imminente e crescente pericolo". Ed ancora: "Insieme al governo nigeriano oggi ho autorizzato l’operazione con l’appoggio britannico. È con grande rammarico che devo annunciare che sia Christopher McManus che Franco Lamolinara hanno perso la vita. Stiamo ancora aspettando conferme dei dettagli ma dalle prime indicazioni sembra chiaro che entrambi siano stati uccisi dai loro sequestratori prima che potessero essere salvati”.

Le autorità britanniche ed italiane avevano seguito la vicenda in stretto collegamento. Ma le teste di cuoio nigeriane si erano decise ad intervenire, senza aver previamente informato il governo italiano, nella convinzione secondo cui la vita degli ostaggi fosse in imminente pericolo.

Ma c’è di più. Un evento simile mostra ancora una volta le crepe, le incrinature dei rapporti tra Italia e Gran Bretagna. Sul tema sequestri, infatti, siamo considerati sempre più proni e pronti ad ogni sorta di trattativa, al pagamento di eventuali riscatti e disponibili ad assicurare contropartite di varia natura ai rapitori (caso Mastrogiacomo su tutti). Londra quindi non si fida. L’approccio italiano è considerato una vera e propria resa, se non addirittura acquiescenza, nei confronti di terroristi di varia natura. Insomma, agli occhi britannici risultiamo inaffidabili e portatori di una linea inammissibile.

Per oggi è stato convocato dal presidente Monti il Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica. Scelta più che mai doverosa. Staremo ora a vedere le prossime mosse del governo. Perché presunta inaffidabilità a parte, l’Italia non merita un simile trattamento. Non merita di apprendere solamente ex post la notizia della morte di un connazionale.