Nirenstein ambasciatrice, fioccano i sì da Israele e dall’Italia
15 Settembre 2015
Continua a far discutere la decisione del premier Netanyahu di nominare Fiamma Nirenstein prossimo ambasciatore dello Stato di Israele in Italia dal 2016. Abbiamo già detto di alcune reazioni negative emerse dentro la comunità ebraica italiana dopo la nomina, ma ieri, a conferma della nostra tesi, e cioè che la comunità non è un monolite, sono arrivate numerose prese di posizione favorevoli alla Nirenstein sia dall’Italia che da Israele.
«Prego i miei fratelli in Italia di non immischiarsi nelle decisioni di Israele,» ha detto David Cassuto, architetto di origini toscane che giovanissimo scelse di andare a vivere nello Stato di Davide e che per lunghi anni è stato presidente della Comunità ebraica di origine italiana, «per creare un’informazione migliore nei paesi dove Israele è rappresentato bisogna trovare ambasciatori che capiscano la mentalità delle nazioni dove sono destinati e che conoscano bene la lingua. Chi meglio di Nirenstein?». La chiosa: «Noi dobbiamo prendere le nostre decisioni secondo quello che è il bene di questo stato e di questo popolo».
Sulla stessa lunghezza d’onda Cecilia Nizza, assessore alla cultura della Comunità italiana a Gerusalemme, che ha spiegato: «nei confronti di Nirenstein è scattato quel meccanismo di demonizzazione contro chiunque non sia schierato in maniera ’politicamente corretta’. Tirare in ballo la ‘doppia fedeltà’ è una scusa risibile. Dal punto di vista di Israele, dove ora vivo, l’aver dato voce, da parte di certa stampa locale, solo a chi contesta questa nomina rientra nell’opposizione radicale al governo attualmente in carica».
E ancora, Beniamino Lazar, anche lui per molto tempo presidente di Comites Israele (Comitati degli italiani all’estero, ndr), si è detto «stupito da certi commenti, negativi, messi in giro già alcune settimane fa, da alcuni esponenti della comunità ebraica romana e/o italiana. Con tutto il rispetto, hanno preso una sbandata. Personalmente ritengo la scelta di Nirenstein una buona scelta, un bene per Israele».
Secondo il Rabbino capo di Venezia, Mino Bahbout, «gli ebrei italiani sono in grande maggioranza felici della nomina. Nirenstein ha dato prova di poter fare un lavoro bipartisan straordinario e di poter portare molto più in alto i rapporti tra Italia e Israele». «Entusiasta» Claudia De Benedetti, presidente della Agenzia Ebraica in Italia, che ha definito la scelta di Netanyhau «tanto coraggiosa quanto opportuna per migliorare le relazioni tra Italia e Israele e per lo scenario europeo».
Secondo Andrea Jarach, ex presidente della Federazione delle Associazioni di amicizia Italia-Israele, «l’esperienza nel campo della informazione corretta su Israele, maturata da Nirenstein in moltissimi anni, la rendono il candidato ideale a un ruolo che vede nel rapporto con i media il punto vitale per lo smantellamento di pregiudizi anti israeliani e della feroce campagna di boicottaggio cui Israele è sottoposto».
L’ANSA, che ha raccolto la lunga serie di testimonianze e pareri favorevoli alla nomina, cita anche l’ultimo messaggio di fine anno del rabbino Giuseppe Laras, un «accenno indiretto ad una parte di critiche rivolte alla nomina di Nirenstein». Laras ha denunciato l’argomento della «doppia fedeltà» alla stregua di un «certificato di moralità» che sarà sempre più chiesto «con sempre maggior odiosa insistenza» dagli antisemiti agli ebrei europei.
Ed è esattamente questo il punto. In un momento storico in cui in alcuni Paesi europei torna a montare l’onda antisemita, e mentre l’Unione Europea (ma non l’Italia) riconosce compatta lo Stato di Palestina, il premier Netanyahu, che non è tipo da incassare senza reagire, ha voluto lanciare un segnale molto chiaro. Il fatto stesso che si sia aperta questa discussione sulla nomina di Nirenstein, con posizioni positive o negative, dimostra che “Bibi” vuole dare una linea precisa.
Puntare su una persona dalle provate capacità come Nirenstein, che si è sempre mossa in modo energico ed efficace su tante delle questioni di cui stiamo parlando e che soprattutto ha mostrato di saper coagulare pezzi importanti dell’opinione pubblica attorno alle iniziative portate avanti.