Nirenstein: “Nessuno scandalo nella petizione indirizzata al premier”

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Nirenstein: “Nessuno scandalo nella petizione indirizzata al premier”

19 Marzo 2009

Il disegno di legge sulla sicurezza è tornato in Aula alla Camera dopo le modifiche del Senato ed è subito ricominciata la polemica. Tra le fila della maggioranza è immediatamente circolata una petizione indirizzata al capo del governo Silvio Berlusconi, che lo esortava a non porre la fiducia sul provvedimento: l’Aula avrebbe così l’opportunità di discutere due norme largamente contestate quali l’introduzione del reato di clandestinità e l’eliminazione del divieto di segnalazione degli irregolari alle autorità da parte dei medici. Capeggiata da Alessandra Mussolini, “la carica dei 101” – come è subito stata ribattezzata dai media –, ha ottenuto anche il sostegno di Fiamma Nirenstein che in una breve intervista all’Occidentale spiega le motivazioni che l’hanno spinta a firmare.

L’onorevole Mussolini propone di modificare il ddl sicurezza nella parte che riguarda l’abolizione del divieto di denuncia degli immigrati irregolari e l’introduzione del reato di clandestinità. Cosa l’ha spinta a sottoscrivere la richiesta?

Essenzialmente per una ragione di carattere giuridico: perché non si deve mettere il cittadino nella condizione di dover risolvere il problema della clandestinità chiedendogli di denunciare. Ad esempio i genitori di un bambino che ha un’infezione o una malattia, si trovano di fronte alla difficoltà di dover decidere se far curare il proprio figlio o meno per la paura che il medico li denunci. Inoltre, non ritengo giusto che alcune categorie deboli come i malati e i minori possano trovarsi a dipendere da una parte di cittadini più forti di loro, come i medici e gli insegnanti, solo perché sono clandestini o figli di clandestini. Bisogna avere più cautela, non è questione di essere più morbidi è questione di non mettere di mezzo i cittadini in una questione che in realtà è istituzionale.

E come la mettiamo con chi difende la misura in ragione della sicurezza della salute pubblica?

Secondo me questa è una questione che deve essere valutata per bene. In primo luogo è necessario dare assistenza ai malati e poi, solo in un secondo momento, bisogna trovare un sistema che sia tale da garantire un rapporto di fiducia tra il medico e i pazienti. Di fronte a un pericolo grave di infezione però il medico deve avere anche la possibilità di agire anche per altre vie che non siano legate alla denuncia alla polizia per garantire la sicurezza pubblica.

Molti hanno criticato l’iniziativa della Mussolini per aver cercato una visibilità, specialmente a pochi giorni dal Congresso del Pdl che porta allo scioglimento di Alleanza e di Forza Italia e alla nascita del partito unico. Cosa pensa al riguardo?

Io non credo che l’abbia fatto per visibilità. Ho solo visto una collega che ha fatto qualcosa che spesso avviene in Aula. Un’iniziativa nata in modo naturale: la Mussolini è semplicemente passata tra i banchi del Pdl, cercando firme di adesione a una lettera indirizzata al premier. Né più né meno. Non mi sembra che abbia convocato i giornalisti in una conferenza stampa. Quindi, non capisco da dove venga questa accusa. 

Oggi Maroni ha detto che il governo non ha mai avuto l’intenzione di mettere la fiducia sul testo e Bocchino ha dichiarato che, per la parte della misura che riguarda i medici, c’era già l’orientamento di sottoporlo a una discussione. 

Non posso che esserne contenta. In fin dei conti questo partito si chiama Partito delle Libertà e la sua forza è proprio quella di lasciare che le varie componenti si esprimano e si confrontino in un dibattito costruttivo. Ma rimango dell’idea che la cosa migliore è la modifica del testo.