Nizza, tra rabbia e dolore. Valls fischiato
21 Luglio 2016
“Dimissioni, dimissioni”, è il grido dedicato a Manuel Valls prima e dopo il silenzio tributato alle vittime dell’attentato del 14 luglio da migliaia di persone riunite sulla Promenade des Anglais. Il capo di governo non si aspetta una simile accoglienza.
In quei cori di protesta c’è tutta l’esasperazione di molti cittadini convinti che il governo non sia in grado di fronteggiare la minaccia terroristica. I sondaggi rivelano che la fiducia nel governo diminuisce sempre di più. Tra l’8 gennaio 2015 e il 5 gennaio 2016, la fiducia nell’esecutivo riguardava un francese su due, ora si è ulteriormente diradata e l’88% degli intervistati dichiara che “le autorità non fanno abbastanza”, specie sul fronte delle pene comminate alle cellule terroristiche.
I fatti di Nizza sono diventati così il simbolo dei mali del Paese e dello scontro politico che vedremo dipanarsi da qui fino al voto di maggio 2017.
Valls ha provato a difenderi dicendo che sono proteste insulse, dal momento che “Abbiamo sventato un certo numero di attentati in questi ultimi mesi, di cui uno subito prima degli Europei che avrebbe potuto essere particolarmente atroce”.
Intanto è salito a sei il bilancio delle vittime italiane della strage di Nizza: nel corso della notte, informa la Farnesina, le autorità francesi hanno formalizzato l’avvenuto riconoscimento di ulteriori quattro connazionali. Si tratta di Carla Gaveglio, Maria Grazia Ascoli, Gianna Muset e Angelo D’Agostino. A questi nomi si aggiunge quello del novantenne milanese Mario Casati, che era stato riconosciuto ieri sera, e un italo americano Nicolas Leslie.