“No al consociativismo permanente, la democrazia è fatta di alternanza”

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“No al consociativismo permanente, la democrazia è fatta di alternanza”

11 Marzo 2012

di L. B.

Da Orvieto Alfano manda messaggi a Monti e Casini. Ma pure all’elettorato di centrodestra, segnalando che il Pdl c’è e vuole stare sulla scena politica da protagonista. Lealtà non significa subalternità al governo dei prof. chiamato ad occuparsi dei dossier economia e crescita, non di Rai. Chiama l’Udc verso il ‘partito dei moderati’ ma non sarà il Pdl ad andare incontro ai centristi, semmai il progetto sarà con ‘chi ci sta’. Quanto a Bossi lascia la porta aperta anche se i lumbard confermano di volerla chiudere. Temi dai quali dipenderanno scenari futuri e la partita per il 2013. Maurizio Gasparri, presidente dei senatori Pdl, rilancia i concetti in un’analisi che non fa sconti, proiettata sul profilo identitario e progettuale del partito che in questi mesi ha pagato il prezzo più alto. E che da ora in poi, vuole riprendersi il suo ruolo (e i consensi).    

Senatore Gasparri, a Orvieto il Pdl mostra i muscoli, avverte il governo e sfida Casini sul terreno dei valori. Che succede?

E’ la dimostrazione di un partito che c’è, anche nei clichè che possono apparire più rituali come le scuole di formazione politica o i congressi, che tuttavia sono essenziali per la vita del Pdl. E’ il confronto lo strumento attraverso il quale consolidare il patrimonio di una grande forza politica moderata, destinata ad affrontare prove molto dure eppure consapevole dell’impegno da sostenere con serietà e passione. Il profilo identitario sottolineato da Alfano è stato ribadito in modo molto apprezzabile.

Compreso il passaggio sulla famiglia e le nozze gay?

I nostri valori sono chiari, netti e ben definiti. Semmai il problema sarà del Terzo Polo che se deciderà di correre per conto, proprio farà un regalo alla sinistra che riaprirà le questioni già note in campo etico: dalle unioni tra omosessuali alle pillola del giorno dopo.

Tornando ad Orvieto, ci sono state alcune defezioni pidielline. Come le spiega?

In un grande partito come il nostro se quattro o cinque persone non vanno ad una manifestazione non mi pare una cosa così grave da evidenziare come fanno i quotidiani – anche il vostro con questa domanda – e agenzie da giorni.

Registriamo semplicemente ciò che accade.

Sono decisioni di singoli che magari hanno bisogno di criticare altrimenti non esisterebbero nella politica italiana. A Orvieto c’era il partito in tutti i suoi livelli di rappresentanza. Se poi Mario Rossi non è venuto e le agenzie lo dicono, non è che succede chissà quale cosa. Io non sono stato ai festeggiamenti per Putin, né al matrimonio dei reali d’Inghilterra e nessuno si è preoccupato. Sono consapevole delle difficoltà che in questa fase attraversano tutti i partiti e quindi il Pdl, ma penso anche che vi siano quattro o cinque casi che avrebbero bisogno del soccorso dello psicanalista.

Alfano dice: “Le banche stiano col popolo o ci avranno contro”. Che vuol dire, tradotto in pratica? Cosa farete in concreto?

Ho parlato con il presidente dell’Abi Mussari, all’indomani dell’emendamento sbagliato del Pd in Senato. Ho colto la richiesta dell’Abi di un incontro per esaminare non solo il caso in sé ma un complesso di questioni. Incontrerò Mussari mercoledì. Il punto è capire come i 139 miliardi erogati in due tranches dalla Bce vengano impiegati a sostegno di famiglie e imprese; in che modo tutelare i risparmiatori. Comprendo il momento di difficoltà che riguarda tutti, ma ciò non esime gli istituti di credito dall’impegno verso una maggiore trasparenza.

Ad esempio?

In una fase in cui si parla tanto di tagli alla politica che in parte sono stati fatti e in parte sono da fare, non sono disposto a discutere di Profumo che dopo l’uscita da Unicredit perché evidentemente non aveva ben operato, leggo dai giornali essere in pole position per Mps. Vorrei sapere se dopo la buonuscita da Unicredit accetterà ancora un euro. Si dice ‘ma le banche sono private’, bè nel caso di Mps non è così visto che la banca è controllata dalla Fondazione della quale fanno parte amministratori di Comune e Provincia di Siena che non sono – o almeno non dovrebbero essere – dominio di un partito. Per questo insisto sulla trasparenza verso i clienti, cioè i risparmiatori. Per fare lo stipendio di un ‘Profumo’ ci vogliono un paio di assemblee parlamentari… Su queste tematiche Alfano ha parlato in maniera molto chiara dicendo che è utile affrontarle con la schiena dritta.

Perché c’è la corsa bipartisan a chi è più montiano di Monti? Non rischiate di perdere identità e consenso?

La metterei sul piano della lealtà nei confronti del governo, sia nei ‘sì’ che nei ‘no’. Essere leali, senza avere la lingua biforcuta. Il vero problema è difendere l’impianto bipolare in cui è più centrale il capitolo riforme del capitolo Monti.  Che si debba uscire da bipolarismo muscolare è ovvio, ma va ricordato che noi ne siamo stati le vittime : Berlusconi è stato il bersaglio di un’aggressione giudiziaria senza precedenti. Il caso Dell’Utri dimostra che c’è un attacco da parte di alcuni procuratori e di alcuni giudici e la sentenza di due giorni fa ha demolito questa manovra.

Come difenderete il bipolarismo?

La riforma va fatta e deve avere tra gi obiettivi fondamentali quello di ristabilire una maggiore serenità nei rapporti tra forze politiche; tuttavia non si deve smontare un confronto tra progetti alternativi. Il consociativismo permanente e istituzionalizzato non rappresenterebbe un processo civile e democratico per il paese.

E a che punto sono le riforme?

L’impianto costituzionale è sostanzialmente definito. Quagliariello, Violante e Adornato hanno fatto un lavoro interessante che ora dovremo valutare come Pdl. E lo hanno fatto nonostante Pisicchio e Bocchino… Il tema della riforma costituzionale richiama poi quello della legge elettorale: secondo me il problema è fermare uno scontro che gli altri vorrebbero portare avanti contro Berlusconi. Occorre, però, non arrivare all’eccesso opposto perché la ‘melassa’ permanente non giova alle scelte. La democrazia è fatta di alternanza.

Lei lo vede un Monti dopo il 2013 come non ha escluso lo stesso Berlusconi? E con quale maggioranza?

Mi pare improbabile. Monti potrebbe avere qualche incarico in Europa, potrebbe fare il presidente della Commissione europea perché ne sa più di Barroso, ma non credo guiderà il prossimo governo come del resto lui ha già detto. E lo ha detto pure D’Alema. Mi auguro che lo schieramento moderato metta insieme i numeri. Il Pdl alle primarie ci andrà con Alfano, altri candideranno chi vogliono. Mi occupo da sempre di lotta alla droga e sono tra quelli che non tifano per il ricorso infinito al metadone ma perché un giovane smetta di drogarsi.

Che c’entra con Monti?

 Usando una metafora si potrebbe dire che un ‘Montimetadone’ a vita non serve. Auspico che il prossimo premier sia Alfano. Occorre disintossicarsi da questa fase di difficoltà. I tecnici sono bravi in alcune cose, molto meno ad esempio in politica estera come la vicenda dei marò, il blitz in Nigeria o della tragedia della Costa Concordia al Giglio dimostrano. I tecnici sono forse più bravi dei politici in una fase di emergenza ad aprire la scatola e a leggere il manuale d’istruzione, ma quando non c’è il manuale di istruzione le cose cambiano…La politica è saper trovare una soluzione quando non c’è il libretto delle istruzioni.

Dica la verità: lei è tra i maggiorenti del Pdl che ha suggerito a Berlusconi di non andare a Porta a Porta per non oscurare Alfano? In un partito che fino a pochi mesi fa è stato a forte impronta carismatica, come fanno a convivere il leader carismatico e il segretario del partito?

Non ho parlato con Berlusconi. Non lo sento da otto giorni e non ho mai espresso la mia opinione sulla sua partecipazione a Porta a Porta. Anzi, sono rimasto sorpreso quando si è saputa la sua decisione, perché davo per scontata la partecipazione alla trasmissione, perlatro annunciata da giorni. Non mi sono pronunciato né a favore né contro e considero questa querelle marginale. Ritengo si debba consolidare il ruolo di Alfano ma nemmeno si può oscurare quello di Berlusconi: sono per il giusto equilibrio, anche rispetto al segretario di un partito che prima non c’era come figura politica ed ora c’è.

Qual è il suo scenario per il 2013?

Sarà una sfida molto difficile tra centrodestra e centrosinistra con un Terzo polo che può decidere di far vincere la sinistra andando per conto proprio. Se fosse così, il Terzo polo farebbe un regalo alla sinistra che a sua volta tornerebbe ad occuparsi di unioni tra gay, pillola del giorno dopo e altre questioni che in campo etico avrebbero effetti devastanti. Un modo, oltretutto, per coprire l’impossibilità di fare le riforme.

Eppure sul partito dei moderati negli ex An ci sono sensibilità diverse: Matteoli e La Russa non la pensano come Alemanno e Ronchi. Cosa risponde?

Il tema è la confluenza dei moderati. Ciascuno lo fa, se lo ritiene, coi propri partiti e simboli. Io sono più per un accordo politico tra le forze che fanno parte del Ppe che per un partito unico. Credo che fare passi affrettati potrebbe essere pericoloso mentre trovo più ragionevole la formula intermedia di un accordo tra partiti che in Europa stanno già in una casa comune.

Intanto guardiamo a dopodomani: le amministrative. A Lecco si è verificata una scissione tra ex An ed ex Fi. Come legge la nascita della lista “Forza Lecco”?

Le amministrative non sono il giudizio di Dio. A Orvieto ho usato una metafora: non è che se un anno il raccolto è stato scarso si taglia l’albero. Cerchiamo di valorizzare la qualità del prodotto. Eppoi aspettiamo… ancora il raccolto si deve fare, e a Palermo ad esempio lo scenario è in movimento.  Occorre lavorare sulle cose concrete, al di là di quei quattro o cinque che non vanno, criticano e fanno i titoli dei giornali. Uso un’altra metafora: quando passa una carovana, a lato della strada ci sono i cani che abbaiano, ma la carovana avanza lo stesso.

Sì, ma su Forza Lecco cosa risponde?

Si è fatto un tesseramento, dieci euro il costo dell’adesione; si sono iscritti in tantissimi. Ho molti amici in giro per l’Italia, alcuni di loro hanno vinto altri hanno perso nelle loro città ma non è che se uno perde un congresso fonda un movimento. Tornando alla metafora: è come il bambino che gioca a pallone, perde, si prende il pallone e dice che non gioca più. Ma qui il pallone è degli iscritti; più che Forza Lecco qui è un insulto agli iscritti. Eppoi basta con queste cavolate sugli ex An contro gli ex Fi…

In che senso?

La raccolta di firme contro il ministro Riccardi l’ha promossa Nitto Palma che non viene da An, uno dei più critici nei confronti del governo Monti è Verdini che non ha militato in An, basta con queste cavolate…Ci sono persone che manifestano giudizi critici indipendentemente dalle appartenenze. Poi ci sono quelli che vanno a piangere dal papà, ma il papà ha il compito di tirare avanti la baracca. Il pallone non glielo ha bucato nessuno, sono loro che non sanno giocare.