No al ddl Cirinnà, conferenza stampa sulle unioni civili alla Camera dei deputati
12 Gennaio 2016
Parlamentari alla Camera dei deputati contro il ddl Cirinnà sulle unioni civili. La legge deve tornare in commissione giustizia e va comunque emendato per evitare discriminazioni tra coppie omosessuali ed eterosessuali. La stepchild adoption va contrastata perché apre alla pratica illegale dell’utero in affitto. Ncd sbaglia ad anteporre la tenuta del governo al voto sulla Cirinnà: la proposta di Alfano di indire un referendum dopo la eventuale approvazione della legge è solo un modo per rimuovere la contraddizione che si è aperta tra i centristi nella maggioranza e il presidente del consiglio Renzi. M5S, infine, dovrebbe riflettere meglio sul ruolo che gioca in questa partita. I grillini rischiano di interpretare la parte del comprimario nella recita delle maggioranze variabili orchestrata dal presidente del consiglio.
Sono alcuni dei temi emersi duranta la conferenza stampa che si è svolta oggi alla Camera dei deputati, presenti un gruppo di parlamentari che si oppongono al ddl Cirinnà, i senatori Gaetano Quagliariello, Mario Mauro, Carlo Giovanardi, Luigi Compagna, e i deputati Eugenia Roccella e Guglielmo Vaccaro. “Siamo il fronte del no,” ha detto Quagliariello, annunciando una “battaglia laica ma durissima” contro il ddl in parlamento. “Siamo quelli dell’8 settembre, non facciamo come altri che firmano l’armistizio prima della battaglia. Ci batteremo contro una legge che è ipocrita, conformista e sbagliata”. Una legge scritta male e da cambiare, secondo Quagliariello che si augura un ritorno in commissione del ddl, “la prima delle pregiudiziali che porremo in aula”.
Il ddl Cirinnà è ipocrita perché “punta al matrimonio omosessuale senza avere il coraggio di chiamarlo così”, è “conformista” perché “sotto il presunto laicismo e falso progressismo danneggia i più deboli, ossia le donne e i figli”, con la pratica dell’utero in affitto. Il testo, conclude Quagliariello, “presenta fortissimi profili di incostituzionalità”. Da qui le pregiudiziali annunciate dal gruppo di parlamentari sulla natura e sulle eventuali forme destinate a regolare le convivenze tra persone maggiorenni, indipendentemente dal sesso di chi stipula l’accordo. “La legge Tsipras”, commenta con un pizzico di di malizia l’onorevole Eugenia Roccella.
Roccella sottolinea con forza il rischio di un effetto discriminatorio del ddl Cirinnà. Su temi come le pensioni di reversibilità si finirebbe per favorire le coppie gay rispetto a quelle eterosessuali con figli. Perché gli stessi diritti non vengono garantiti a tutti? Sulla stepchild adoption Roccella non ha dubbi, “non si può fare il terzo genitore”, dice la parlamentare, visto che la stepchild riguarda “esclusivamente i figli nati da eterologa e da utero in affitto“, “da una compravendita di gameti”. Roccella ribadisce quindi il divieto di pubblicizzare e organizzare il ricorso all’utero in affitto in altri Paesi e annuncia un inasprimento delle pene previste.
Nel corso della conferenza stampa alla camera dei deputati, Mario Mauro fa un ragionamento politico: “l’errore commesso da Ncd, a meno che non voglia chiamarsi Ncs, Nuovocentrosinistra, è considerare che questo provvedimento abbia a che fare con la tenuta del governo”, spiega il senatore. “Dire di essere contro la legge, ma allo stesso tempo affermare che non si vuole mettere in crisi il governo è il delitto perfetto”. Il referendum evocato da Alfano, secondo Mauro, è solo un modo per lavarsi la coscienza. Mauro è convinto che il ddl Cirinnà “non attiene all’attività di questo governo, che è un governo di emergenza nazionale”, così il senatore chiede ad Alfano di far far cadere l’esecutivo prima che la legge sia approvata. Non solo. Mauro invita anche il Movimento 5 Stelle a ragionare sul ddl, auspicando che i grillini sappiano far “prevalere il giudizio politico”. Se M5S appoggiasse senza colpo ferire il disegno renziano delle maggioranze varibiabili, commetterebbe un imperdonabile errore. “M5S diventerà la stampella di Renzi”, dice Mauro.
Secondo il senatore Giovanardi, il ddl Cirinnà rischia di introdurre “cinque categorie nel nostro Paese”, “gli sposati, le unioni civili (tra omosessuali), gli eterosessuali non sposati a cui nella seconda parte del ddl viene prevista una normativa, i conviventi che hanno già una serie di diritti e le persone sole”. “In questo modo,” il commento del senatore, “creiamo nel codice civile un groviglio di forme inesplicabili”. Giovanardi ne ha anche per il presidente del Senato “responsabile” dell’arrivo in aula “di un testo totalmente contrario all’articolo 72 della Costituzione. C’è un vizio di forma nella procedura che ha accompagnato il passaggio del ddl dalla commissione all’aula”, spiega Giovanardi concludendo la conferenza stampa alla camera dei deputati. Il provvedimento infatti ha saltato il vaglio della commissione Giustizia, in aula arriverà direttamente il testo a firma Cirinnà.
[Aggiornato 8 maggio 2016]