“No al ribaltone, la fiducia aprirà una nuova fase politica”

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“No al ribaltone, la fiducia aprirà una nuova fase politica”

13 Dicembre 2010

"Il voto di fiducia aprirà una fase politica nuova" e "consentirà di completare le cinque azioni strategiche" messe a punto dal governo. Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nel suo intervento al Senato, dove stamattina è iniziato il conto alla rovescia per il voto di fiducia atteso domani nelle aule del Parlamento.

A meno 24 ore dal voto il premier è tornato a Palazzo Madama lanciando un messaggio di unità a tutto il Paese, e lo ha fatto con un intervento dal tono pacato e moderato: "Gran parte dei cittadini non vuole che le decisioni possano essere prese con logiche a loro estranee. Se il governo ha mal operato deve essere il popolo a decidere". Il Cavaliere ne è certo: i cittadini vogliono il potere di decidere e se questo principio viene leso si tradisce la Costituzione. Tutto si può fare, ha poi aggiunto, salvo tradire il mandato ricevuto dagli elettori, con "un’alleanza con la sinistra camuffata da governo di transizione", mediante la sottrazione di voti ottenuti dal Pdl e poi portati in aggiunta a quelli dell’opposizione del Pd e dell’Italia dei Valori. E ha ribadito che l’alternativa a questo governo può essere solamente una: il ritorno alle urne.

Oppure, un voto di fiducia. "Che così motivato sarà segno di realismo e di chiarezza, eviterà una crisi al buio e aprirà una fase politica nuova". "A chi serve una crisi al buio? A cosa mira chi la pretende? Forse spera che dalla paralisi nasca" un ribaltone? Per Berlusconi tutto ciò "è una vana speranza". "L’Italia ha bisogno di tutto tranne che personalismi e spiriti di fazione", aggiunge.

Poi Berlusconi ha lanciato un appello a quei parlamentari che "hanno aderito ad altri gruppi" (ovvero i finiani) ma che sono stati eletti nel 2008 con il Pdl e che "hanno votato più volte la fiducia e da ultimo il 29 settembre, a chi ha fatto parte del governo e che dunque conosce il tanto che è stato fatto". Il Cavaliere si è detto certo che nessuno di quei parlamentari abbia dimenticato "la lunga strada che abbiamo fatto insieme dal 1994 a oggi, le tante battaglie, le mete raggiunte". E ha avvertito: "Sono certo che nel vostro intimo sapete bene che il governo non ha demeritato e che quanto è stato fatto è stato tanto". Con questi toni sereni, il premier, rilancia la palla nel campo futurista costringendo i finiani a dimostrare senso di responsabilità. Insomma, per il Cav. ogni critica è possibile, ma la rottura sarebbe un errore.

Un momento di mormorii c’è stato nel momento in cui Berlusconi ha dato la responsabilità "dell’enorme debito pubblico" dell’Italia alle forze politiche del "compromesso storico". Una pacata contestazione che non ha interrotto il suo discorso, secondo il quale "maggioranza e opposizione hanno il dovere e la responsabilità di essere sempre costruttivi quando governiamo e legiferiamo in nome del popolo". Nel corso del suo intervento a Palazzo Madama ha ribadito più volte che "non solo la fiducia, ma anche la sfiducia deve essere costruttiva". Che vuol dire: "bisogna dimostrare che un altro presidente del Consiglio e un’altra maggioranza sono possibili".

Poi il leader del Pdl ha concluso con un appello all’unione delle forze moderate offrendo un "patto di legislatura", citando espressamente l’Udc e accennando all’apertura sulla modifica della legge elettorale, "fatta salva la difesa del bipolarismo". Ha anche ricordato che "l’unità dei moderati italiani è il frutto più prezioso di questa fase" oltre che "un patrimonio inestimabile. Nessuno può essere così irresponsabile da distruggerlo volontariamente". A tal fine, spiega il Cavaliere, "lavoreremo per rafforzare la squadra di governo". Berlusconi si dice, infatti, "convinto" che "alla fine la ragionevolezza e la responsabilità vinceranno sull’irragionevolezza e l’irresponsabilità" e che "il bene comune vince sempre sugli egoismi".

Alla fine dell’intervento il leader della Lega Umberto Bossi, commentando con i cronisti al Senato l’ipotesi che il governo sia allargato ai centristi, ha detto che per il Carroccio "l’unica strada è quella del voto". Il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini ha invece rilanciato sulle dimissioni del premier: "Se Berlusconi ha a cuore la riunificazione dei moderati, vada a dimettersi prima del voto alla Camera altrimenti i suoi sono soltanto dei propositi ipocriti". Per Casini il discorso del premier Berlusconi è stato "credibile" ma per esserlo davvero "mancava un pezzo fondamentale. Chiudendo avrebbe dovuto dire: ‘per queste ragioni mi vado a dimettere’ ".

Per il presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro quello di Berlusconi è stato "un discorso di stupefacente debolezza". La democratica non ha fatto pronostici sull’esito del voto "ma comunque mercoledì niente sarà più lo stesso perchè la maggioranza è finita e Berlusconi si è ridotto a fare il contabile".

Anche per il coordinatore di Fli Adolfo Urso il discorso di Berlusconi sarebbe stato deludente. "Un intervento sostanzialmente difensivo, poco attento alle esigenze di sviluppo e crescita che interessano agli italiani". Quanto alla posizione che i finiani assumeranno domani alla Camera, Urso ha annunciato: "Decideremo nella riunione dei gruppi parlamentari convocata per stasera, dopo la replica di Berlusconi" alla quale, secondo il finiano, Silvano Moffa parteciperà: "Mi auguro di sì e conoscendolo credo di sì".

A stretto giro è arrivata la replica del ministro della Difesa e coordinatore del Pdl Ignazio La Russa che, rivolgendosi ai finiani, ha sottolineato che nel partito non è mai stata chiusa la porta a nessuno. "Se capiamo che Fli dette la fiducia il 29 settembre solo per mascherare le proprie divisioni interne, oggi è anche il giorno che segna un crinale: oggi ci vuole una scelta non ambigua e di chiarezza".