NO unioni civili, Centrodestra lancia referendum abrogativo
12 Maggio 2016
NO alle unioni civili! Oggi in Senato un gruppo di parlamentari del centrodestra presenta le iniziative per indire il referendum abrogativo della legge sulle unioni civili. Una legge contro cui hanno manifestato più di un milione di persone al Circo Massimo di Roma durante il Family Day, una legge sulle unioni civili votata a colpi di maggioranza da Renzi e dal suo alleato Alfano, una legge che ha vissuto passaggi in violazione del dettato costituzionale.
Alla conferenza per il referendum contro le unioni civili partecipano Eugenia Roccella, Gaetano Quagliariello e Carlo Giovanardi del movimento Idea, Maurizio Gasparri e Lucio Malan di Forza Italia, Gian Marco Centinaio e Nicola Molteni della Lega, Francesco Bruni e Lucio Tarquinio dei Conservatori e Riformisti, Fabio Rampelli ed Edmondo Cirielli di Fratelli d’Italia, Gian Luigi Gigli e Mario Sberna di Ds-Cd, Guglielmo Vaccaro di Italia Unica e il presidente della Commissione Lavoro del Senato Maurizio Sacconi.
“Questa è una legge all’insegna della ipocrisia consapevole: si legge ‘unioni civili’ ma è un matrimonio”, dice Eugenia Roccella (movimento Idea), “una legge contro il Paese e contro il Parlamento”. “Non possiamo che ribadire il nostro no che non assicura diritti ma serve solo a smontare la famiglia e per ridurre il figlio ad un oggetto reperibile sul mercato”, aggiunge la parlamentare, ammonendo che “la battaglia non è finita, da oggi la portiamo fuori dal Palazzo” con la richiesta di referendum.
“Il pressappochismo e il superficiale decisionismo che non guarda ai contenuti, caratteristica di questo governo, con le unioni civili è stato messo al servizio di un programma ideologico che vuole trasformare l’antropologia e arrivare a stravolgere il concetto di genitorialità”, scrive su Facebook il presidente di Idea, Gaetano Quagliariello. E’ questa la vera partita, sempre più chiara, che si cela dietro l’ipocrita evocazione di compromessi e altri piccoli escamotage”.
“A noi è chiarissimo ciò che sta accadendo e ciò che i sostenitori di questa legge hanno fatto. Per questo la nostra battaglia andrà avanti e andrà fino in fondo. Insieme al popolo. A cominciare dal referendum che annunceremo domani”.
Renzi oggi ha preso atto del “dissenso” che “esiste” sulla legge, ma “prima che ragionare di fanta-ipotesi” come quella sul referendum, dice il premier, “discutiamo della realtà: questa è legge”. Per Renzi, chiedersi se gli italiani sono contrari o favorevoli al referendum è “politique politicienne”.
“Renzi dovrebbe sapere e rispettare il fatto che oggi non per tutti è un giorno di festa”, replica Quagliariello. “Non ci sono referendum di serie A e referendum di serie B, elettorati da invocare e altri da disprezzare. Per chi non è d’accordo con la legge, farsi promotori di un referendum vuol dire semplicemente avere dei principi, difenderli e chiedere al popolo di pronunciarsi”. “Esattamente come il premier sta facendo con il referendum costituzionale che considera l’alfa e l’omega della Repubblica italiana”, conclude Quagliariello.
Ieri, Quagliariello e Giovanardi hanno sottolineato la scelta del candidato sindaco di Roma, Alfio Marchini, di non celebrare i matrimoni gay nel caso venisse eletto. “Alfio Marchini dichiarando che se eletto sindaco di Roma non celebrerà matrimoni gay ha espresso una sua convinzione che è in perfetta coerenza con l’art. 29 della Costituzione, che come è noto identifica la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna”, ha detto Carlo Giovanardi.
“Le dichiarazioni degli esponenti del Pd trasudano malafede e ipocrisia perché teoricamente la legge che sta per essere approvata con la fiducia parla di formazioni sociali da riconoscere non di matrimonio, ma è evidente che a questo mirano i sostenitori della legge, magari per vie di forzature giurisprudenziali”
“Adesso,” conclude Giovanardi, “per tutti i romani che hanno partecipato alle grandi manifestazioni di Piazza san Giovanni e Circo Massimo c’è una ragione in più per votare Marchini, che è l’unico candidato alternativo alla sinistra che puà prevalere in un ballottaggio anche con la rappresentate del Movimento 5 stelle Virginia Raggi”.
Alla conferenza stampa per il referendum contro le unioni civili parteciperanno anche i senatori di Fi, Gasparri e Malan. “Dalla regolamentazione dei diritti si è passati allo stravolgimento antropologico della famiglia. La legge sulle Unioni gay che viene approvata a colpi di bavaglio e di voti di fiducia imposti da Renzi e dai suoi accoliti apre la strada ad ogni tipo di confusione”, dice Maurizio Gasparri.
“Non è vero che è stata depennata la stepchild adoption. La compravendita di bambini sarà facilitata da norme ambigue e dalle paroline artatamente inserite a tal fine nel passaggio del Senato. Il riferimento alla legislazione vigente vuole dare copertura alle sentenze inaccettabili che soprattutto a Roma sono state recentemente varate”.
“L’egoismo di chi vuole usare donne-schiave alle quali strappare bambini in cambio di soldi sarà facilitato”, prosegue Gasparri. “Questa è la svolta sociale della sinistra e del governo Renzi: l’umiliazione delle donne, la trasformazione del figlio in qualcosa che si possa commerciare e anche all’interno del Parlamento e della politica c’è chi ha già fatto ricorso a questa turpe pratica”.
“Ha fatto bene Alfio Marchini a sottrarsi al coro del politicamente corretto di chi, senza nemmeno capire quello che sta accadendo, applaude in maniera acritica scelte assurde e incostituzionali alle quali continueremo a opporci insieme al grande popolo del Family Day”.
Per Malan: “La fiducia sul disegno di legge per il matrimonio omosessuale contrabbandato sotto il nome di unioni civili, è un vero atto di guerra contro il parlamento e contro la famiglia. Diventerà legge una mostruosità giuridica che spianerà la strada a ulteriori adozioni omosessuali con tanto di utero in affitto attraverso sentenze di tribunale”.
“Completamente trascurati i 3 milioni di italiani che vivono in coppie di fatto e hanno 150.000 figli. Per loro pochissimi diritti e garantiti in modo del tutto confuso e contraddittorio”, aggiunge il senatore di Forza Italia.
“Renzi preferisce obbedire agli ordini di qualche gruppo di influenza esterno piuttosto che consentire al parlamento di votare anche una sola volta nel merito di un provvedimento partito da presupposti sbagliati e scritto in modo pessimo. L’unica certezza: la famiglia sempre più nel mirino del presidente del consiglio non eletto da nessuno”, la conclusione di Malan.
“Renzi non può scardinare la famiglia naturale a colpi di fiducia”, spiega Gian Marco Centinaio, capogruppo della Lega Nord al Senato, che insieme al collega Molteni domani parteciperà all’incontro per lanciare il referendum contro le unioni civili”. “Non possiamo permettere che questo governo conceda agli omosessuali il diritto all’adozione. I bambini hanno il sacrosanto e naturale diritto di crescere con una mamma e un papà”.
Per Nicola Molteni, deputato leghista, “ormai questo Parlamento è diventato lo zerbino del Governo”. “Questa è una fiducia di paura, di terrore, e di debolezza verso la maggioranza parlamentare”, dice Molteni giudicando anche lui incostituzionale la legge ex Cirinnà.
”Con questo provvedimento,” attacca il capogruppo di Fratelli d’Italia Rampelli, “Renzi stabilisce l’equiparazione tra famiglie tradizionali e coppie omosessuali, elude la Costituzione con le solite ‘mandrakate’. Il passo successivo sarà l’adozione dei bambini anche per le coppie omosessuali, argomento sul quale due anni fa la sinistra neppure discuteva”.
“Per compiere questa forzatura in favore di 5mila coppie gay che otterranno la reversibilità con costi per lo Stato pari a 25 milioni all’anno,” la conclusione di Rampelli, “si toglieranno risorse per il quoziente familiare o per incrementare le nascite penalizzando ben 25milioni di famiglie italiane. Renzi è riuscito a rottamare anche questo”.
Ieri, in una nota diffusa con il collega Pagano, il senatore Sacconi ha invitato il Presidente Mattarella a condividere le “preoccupazioni” sulle “lacerazioni oggettivamente prodottesi nel tessuto della nazione con il cambiamento della Costituzione formale sottoposto a referendum e con quello della Costituzione materiale attraverso la legge sulle unioni civili”.
“Ci sarà ben poco da festeggiare sulle macerie dell’unità nazionale dopo il secondo voto di fiducia sulla legge Cirinnà”. Un invito, esteso al Capo dello Stato, a “fermare questo treno in corsa verso la disgregazione dell’Italia”.
Nei giorni scorsi, Sacconi si era chiesto se dentro il governo ci fosse una posizione chiara in materia di utero in affitto, visto che sulle unioni civili l’esecutivo ha preso una posizione precisa. “Perché questa indifferenza?”, si chiede Sacconi, “Non tutti condividono le posizioni esplicitamente contrarie a questa pratica del Ministro Lorenzin?”
“Le stesse notizie odierne sulle ricerche relative alla fecondazione in ambiente artificiale devono indurre i governi a posizioni chiare sull’origine della vita e sul nesso necessario con una relazione affettiva naturale che può essere assistita ma non sostituita dagli esperimenti antropologici dei nuovi Frankenstein con esiti imprevedibili”, conclude il senatore.