Nomine Rai, due senatori della minoranza si dimettono dalla Vigilanza

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Nomine Rai, due senatori della minoranza si dimettono dalla Vigilanza

04 Agosto 2016

Per la Rai è fatta. E’ arrivato il via libera del consiglio di amministrazione Rai alle nomine ai tg: Ida Colucci è promossa al Tg2 al posto di Marcello Masi, Luca Mazzà scelto per sostituire Bianca Berlinguer al Tg3, Andrea Montanari al Gr-Radio1 e Nicoletta Manzione a Rai Parlamento. Restano in sella Mario Orfeo al Tg1 e Vincenzo Morgante alla TgR. Sei i voti favorevoli. Hanno votato contro Arturo Diaconale, Giancarlo Mazzuca e Carlo Freccero.

Bianca Berlinguer condurrà uno spazio pomeridiano di approfondimento su Rai3 alle 18.30 dal lunedì al venerdì, poi da febbraio anche una doppia seconda serata settimanale. L’ex direttore del Tg2 Marcello Masi dovrebbe invece entrare, come vice, nella squadra del direttore per l’Offerta informativa Carlo Verdelli.

Sono servite 5 ore di riunione al cda della Rai, dopo circa 5 ore di riunione, ha approvato a maggioranza le nomine dei nuovi direttori del Tg2. Il voto è avvenuto a maggioranza, con i 3 no di Carlo Freccero (indicato dal M5S) e dei due consiglieri vicini al centrodestra Arturo Diaconale e Giancarlo Mazzuca. Tra i consiglieri della maggioranza, in particolare Rita Borioni (vicina a Matteo Orfini) e Franco Siddi, sono state espresse varie critiche e rilievi su tempi e metodi delle scelte del direttore generale Campo Dall’Orto, ma alla fine hanno votato a favore insieme al renziano Guelfo Guelfi, al centrista Paolo Messa, alla presidente Monica Maggioni e al consigliere indicato dal Tesoro Marco Fortis. 

All’inizio della seduta, circa le 22, il senatore Federico Fornaro della minoranza Pd aveva proposto un ordine del giorno per invitare il dg e il cda a non procedere alla votazione sul piano news (e dunque alle nomine) prima di aver ricevuto un atto di indirizzo da parte della stessa Vigilanza. Alla richiesta si erano uniti Gasparri e Brunetta di Forza Italia, Fratoianni di Sinistra Italiana, Rampelli di Fratelli d’Italia, Airola del M5s e Crosio della Lega. Ma il presidente della commissione, il grillino Roberto Fico, ha deluso i ribelli: “Così come è formulato non lo posso mettere al voto, la Vigilanza non ha titolo sulle nomine”. 

Immediata la bagarre. Duro lo scontro verbale tra Gasparri e Brunetta da una parte e Maggioni dall’altra. “Io la boccerei all’università”, aveva tuonato il capogruppo di Forza Italia contro la presidente. E lei a Gasparri: “Nei talk sono bravissima, sono capace anch’io di urlare”.

Campo Dall’Orto, a colpi di slide, ha poi presentato il nuovo progetto digitale, che mira a sviluppare la Rai sulla Rete con un portale di news e una più alta attenzione ai social.

Nel Pd restano macerie. Bersani ha bocciato l’operazione parlando di “vecchi vizi, questo non può essere il volto del Pd”, Gianni Cuperlo di una “brutta pagina”. Imbarazzo anche tra i renziani. “Le nomine Rai? Chiedete al governo“, si smarca Lorenzo Guerini.

Dura reazione della Federazione della Stampa e del sindacato Usigrai. “È ormai evidente che non esiste nessun piano. Così come è chiaro che esisteva solo la necessità di occupare nuove poltrone. Non cadremo certo nella trappola di parlare di questo o quel direttore. Quello che ci interessa è che si chiamino le cose con il loro nome: occupazione di posti e pura lottizzazione. Questo è stato deciso dal Direttore generale e votato oggi, per di più a maggioranza, dal Cda della Rai“, scrivono le due sigle sindacali in una nota.