Non abbiamo ancora scoperto tutto sul riscaldamento climatico
20 Luglio 2009
Uno studio apparso la settimana scorsa sulla rivista Nature Geoscience spiega che solo la metà del riscaldamento avvenuto durante il grande cambiamento climatico globale di 55 milioni di anni fa può essere ricondotto a un eccesso di diossido di Carbonio nell’atmosfera terrestre.
“In parole povere – dice l’oceanografo Gerald Dickens della Rice University di Houston – i modelli teorici non riescono a spiegare ciò che osserviamo nelle registrazioni geologiche. Sembra esserci qualcosa di fondamentalmente sbagliato nel modo in cui la temperatura e il Carbonio vengono correlati nei modelli climatici”.
Durante il periodo caldo conosciuto come Paleocene-Eocene Thermal Maximum (PETM), per ragioni ancora sconosciute, la quantità di Carbonio presente nell’atmosfera terrestre aumentò rapidamente. Questo fa del PETM uno dei migliori modelli climatici analoghi alla situazione attuale della Terra. Mentre il livello di Carbonio cresceva, la temperatura globale superficiale aumentava drammaticamente. Le temperature medie aumentarono di circa 13 gradi in un intervallo geologico, relativamente breve, di 10.000 anni.
La conclusione, secondo Dickens, è che ci sia stato qualcos’altro oltre al diossido di Carbonio che ha causato la maggior parte dell’antico riscaldamento climatico. “Qualche retroazione continua o altri processi di cui non si è tenuto conto nei modelli che studiano il PETM".
Si tratta degli stessi modelli che attualmente vengono usati dall’Intergovernmental Panel of Climate Ch’ange (IPCC) per studiare il riscaldamento globale del XXI secolo.