Non cadiamo nella trappola di chi vede la discriminazione sessuale ovunque
02 Gennaio 2008
di Paola Vitali
In Belgio quest’anno la IEWM, istituzione governativa per le pari opportunità, ha ottenuto condanna e sospensione per la campagna pubblicitaria di un’azienda specializzata in noleggio dvd, tacciandola di sessismo. A vedere nel dettaglio di che si tratta, fra il surreale spot incriminato e alcune delle esibizioni live del Motor Show edizione 2007, più in linea con un festival della pornografia che con il salone dell’automobile, c’è una distanza di proporzioni e di gusto tale da suggerire all’authority belga di venirsi a fare un giretto qui da noi.
In questo spot francamente simpatico (non più visibile sul sito dell’azienda incriminata, che ospita invece la sentenza di altolà), due fanciulle sorridenti, impacchettate in scatola come delle maxi Barbie, venivano scambiate sull’uscio fra il cliente stanco della moglie usata e il postino con il pacco contenente la moglie nuova – illustrando perfettamente il funzionamento del servizio, basato sull’efficiente scambio dei prodotti. Sul sito aziendale il giochino consisteva nella selezione di una moglie in un ricco catalogo di 9,500 candidate e nella successiva permuta con altri utenti. Messaggio chiaro, ironico, innocuo. Magari non il vincitore dell’Oscar del Buon Gusto, ma comunque in linea con la cifra paradossale di migliaia di recenti messaggi pubblicitari, molti dei quali riusciti e indimenticabili. E soprattutto perfetto nel veicolare le intenzioni di comunicazione dell’azienda: da noi puoi scegliere, trovare il meglio, e garantirti le novità in ogni momento.
All’authority invece non è proprio andata giù, e ha intimato la chiusura del sito. All’azienda che si è opposta, l