“Non c’è modo di risarcire Israele dal danno del rapporto Goldstone”

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“Non c’è modo di risarcire Israele dal danno del rapporto Goldstone”

05 Aprile 2011

“Se avessi saputo quel che so oggi, la relazione Goldstone sarebbe stata un documento differente”, ha scritto il giudice sud-africano, Richard Goldstone in un editoriale apparso sul Washington Post. Incaricato nel 2009 dal consiglio Onu per i diritti umani (consesso principe dell’antisemitismo onusiano) di condurre una indagine conoscitiva sul conflitto di Gaza tra Hamas e Israele, la relazione che Goldstone sottoscrisse, finì col dipingere Israele – al solito – come lo Stato che uccide indiscriminatamente i civili; lo Stato pariah che viola i diritti dei poveri palestinesi; lo Stato dei ricchi e cattivi ebrei che uccidono i poveri e buoni palestinesi di Gaza. Un’abiura che lascia l’amaro in bocca a tanti. Ne abbiamo parlato con l’on. Fiamma Nirenstein, vice-presidente della commissione affari esteri della Camera. “Goldstone dovrebbe girare di città in città in Israele, scrivere una nuova relazione e chiedere perdono alle genti israeliane”, ha affermato la deputata.

On. Nirenstein, il giudice Goldstone ha sconfessato la sua stessa relazione sulla guerra di Gaza. Che cosa significa questo per Israele?

Mi vien voglia di invertire la domanda e chiedere che cosa abbiano rappresentato tutte quelle pagine di accuse, 575 in tutto, che dipingevano Israele come un paese ‘criminale’ di guerra? Pagine che sono costate manifestazioni antisemite in giro per tutta Europa nelle quali si gridava: “Hamas! Hamas! Ebrei a gas”. Sono costate mozioni di odio nei parlamenti delle varie nazioni di Europa contro Israele.

In Israele il primo ministro, Benjamin Netanyahu, ha chiesto all’Onu di annullare l’intera relazione Goldstone. E’ la mossa giusta a suo parere?

Certo. Adesso l’Onu deve dire ”ci siamo sbagliati” e altrettanto dovrebbe fare il giudice Goldstone. Sarebbe la cosa giusta, anche se credo che l’Onu non lo farà mai perché sia il consiglio per i diritti umani che l’organizzazione nel suo insieme sono ormai delle armi da usare contro lo Stato di Israele, sempre e comunque.

L’Italia fortunatamente votò contro la relazione Goldstone in seno al consiglio dei diritti umani Onu quando essa fu approvata.

L’Italia fu magnifica in quell’occasione e lo fu perché capimmo che approvare quella relazione sarebbe stato un crimine contro la verità. A breve troveremo il modo di ricordare alla Camera che avevamo ragione e che il ministro Frattini ben fece a istruire la rappresentanza italiana in consiglio per un voto contrario alla relazione. L’azione di Israele fu una mera azione difensiva a risposta degli oltre 13,000 missili sparati da Hamas sul territorio israeliano. A dispetto di quel che affermava la relazione Goldstone, Israele prima di attaccare Gaza, avvertiva i civili con volantini e telefonate per impedire che vi fossero vittime. Senza dimenticare le ‘cantonate’ di Goldstone che nella sua relazione scambiò per vittime civili quelli che in realtà erano dei miliziani di Hamas: 564 in tutto. E poi membri della jihad islamica, forze di sicurezza, elementi di Fatah, tanti combattenti finirono per essere contabilizzati dalla relazione Goldstone come morti civili. Insomma il giudice preferì dare retta alle associazioni più ferocemente anti-israeliane, privando così l’opinione pubblica mondiale di una onesta analisi di quello che era ed è diventata Gaza da quando Hamas la governa. Da qui sono nate tutte le flottiglie e l’idea che Gaza sia una piccola fortezza sotto assedio da parte di Israele. Ma sia chiaro che se Gaza è sotto assedio, lo è da parte di Hamas.

On. Nirenstein, oramai la relazione Goldstone ha già arrecato danno a Gerusalemme. Può Israele ottenere una vera riparazione?

Sarò categorica: non esiste possibilità che Israele possa vedersi risarcito in qualche modo per il torto arrecatogli. Goldstone dovrebbe girare di città in città in Israele, scrivere un altro rapporto di 570 pagine e forse questo rappresenterebbe un minimo modo di fare ammenda per il torto che ha inflitto alle genti di Israele. Non si tratta solo di un danno di immagine. E’ un problema di delegittimazione. E’ la riduzione di Israele alla condizione di Stato pariah, con caratteri non troppo dissimili dagli stereotipi dell’antisemitismo europeo. E’ un’altra forma di “accusa del sangue”. Lo stereotipo europeo voleva gli ebrei fruitori del sangue umano per motivi rituali; l’attualizzazione di quell’immagine è composta dagli israeliani che colpiscono volantariamente i civili palestinesi. Nel caso della guerra di Gaza, però i civili palestinesi o erano militanti armati di Hamas oppure scudi umani. Purtroppo Israele ha cercato in tutti i modi di risolvere il problema degli scudi umani. Questo è quello che accade nelle guerre asimmetriche. E anche di questo Goldstone non tenne contro all’epoca della stesura della sua relazione. Perché se bastasse non avere una divisa per essere un civile, dovremmo affermare che i talebani in Pakistan e Afghanistan sono dei civili. Anche loro non hanno la divisa. Ma la mancanza di un uniforme, non rende in per sé civili.