“Non  c’è niente che possa scalfire l’alleanza fra Siria e Iran”

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

“Non c’è niente che possa scalfire l’alleanza fra Siria e Iran”

25 Maggio 2010

Ieri “La Repubblica” ha pubblicato una lunga intervista al presidente siriano Bashar al Assad, realizzata da Andrea Bonanni e Alix Van Buren. Assad ha parlato a tutto campo dei temi di più scottante attualità: i negoziati tra Israele e palestinesi, i rapporti di Damasco con Gerusalemme, il ruolo della Casa Bianca nel complicato scenario mediorientale, ma anche la nascita di “un’alleanza dettata da interessi comuni” tra Siria, Turchia, Iran e Russia. Quale messaggio ha voluto lanciare il presidente siriano all’Occidente? C’è davvero un fronte di paesi pronto a contrapporsi agli interessi degli Stati Uniti? E come si sta muovendo la Russia? Per capirlo abbiamo parlato con Fiamma Nirenstein, giornalista, deputata del Pdl ed esperta di politica internazionale.

Onorevole Nirenstein, Assad è stato molto chiaro: la Siria non ha la minima intenzione di rompere i rapporti con Teheran, come chiedono Israele e Stati Uniti. Che cosa potrebbe dividere questi due Paesi?

Credo che niente possa rompere questo legame. Soprattutto in seguito all’incontro di Damasco tra Ahmadinejad, Assad ed esponenti di Hamas ed Hezbollah. Da almeno un anno cerco di spiegare che la strategia è molto evidente: si è formato un asse intorno all’Iran – che ha ottenuto anche l’appoggio tecnologico della Russia – che contrasta gli Stati Uniti, a cui fanno capo Israele e i paesi arabi moderati. La questione, si capisce, non è solo strategica, ma anche militare: Teheran può contare sul supporto della Siria e di movimenti armati come Hezbollah.

Che c’entra la Russia?

In questi giorni si è chiarito che se fossero approvate le sanzioni contro l’Iran non si risolverebbe comunque il problema della vendita di armi da parte di Mosca. Recentemente Medvedev si è recato a Damasco e in Turchia: il viaggio è servito anche a sottoscrivere accordi di carattere militare. Si tratta di un grosso affare.

Assad dice anche che le minacce iraniane a Israele sono poco credibili: “A Teheran – spiega il presidente siriano – sono più moderati di quanto si voglia dire”

E cosa vuole che dica? Cosa direbbe lei del suo miglior amico, che è una cattiva persona? Non capisco perché le minacce di Teheran non dovrebbero essere credibili. Parliamo di un regime teocratico e fanatico, che ricerca la fanatizzazione dei propri cittadini, che controlla l’esercito ed è a capo di grossi interessi economici. Perché quando un paese di questo tipo minaccia di distruggerne un altro non dovrebbe essere credibile? Io ci crederei eccome. In tutti questi anni di studi ho imparato una cosa importante: bisogna credere a quello che dicono i leader, perché quando dicono una cosa in pubblico significa che la pensano davvero.

L’opposto di quanto accade in Occidente…

Sì, qui quando dici una cosa in pubblico magari è una falsità, perché le cose vere si dicono a quattr’occhi. Invece lì è il contrario: se credi davvero a qualcosa lo dici apertamente, anche per contribuire alla fanatizzazione della popolazione. Basta pensare ad Arafat, che diceva di voler mettere Gerusalemme a ferro e fuoco: tutti a dire “ma no, Arafat è un leader moderato”, e poi è successo quello che è successo.

Assad dice anche che gli Stati arabi non temono più Israele. È vero?

Assolutamente no. Israele ha un deterrente militare colossale. Prendiamo Hezbollah: benché si sia rifornito di missili si guarda bene dall’attaccare, perché conosce le enormi capacità combattive e strategiche di Israele. Senza dimenticare, ovviamente, che Israele dispone della bomba atomica, anche se non lo dice pubblicamente. Queste dichiarazioni, però, mi portano a sottolineare la crescente eccitazione di parte del mondo mussulmano, che sa di essere guidato da paese molto ben armato, impegnato nella costruzione della bomba atomica e con un arsenale missilistico in grado di colpire le capitali europee. Roma compresa, non dimentichiamolo.

In questo quadro rientrano anche le parole spese da Assad su Obama, visto come un leader impotente senza potere decisionale…

Certo. È molto interessante quello che Assad ha da dire su Obama: spiega che è un buon leader, ma le lobby e il Congresso non lo lasciano lavorare come vorrebbe… Dire una cosa di questo tipo di un leader è come dire ‘lo abbiamo reso inoffensivo’, questo è il messaggio.

Assad tocca poi la questione del Golan. Che idea si è fatta delle attuali trattative tra israeliani e siriani?

Io credo che ai siriani del Golan interessi poco, non ha una dimensione strategica. Al contrario, è fondamentale per Israele: parliamo di una terrazza che si affaccia su tutto lo Stato ebraico, da quel punto si potrebbe colpire ogni angolo di Israele, dalla piana sottostante fino a Tel Aviv, centimetro per centimetro. Questo Assad lo sa benissimo, e sa benissimo che finché sarà amico dell’Iran Israele non potrà mai privarsi del Golan, che diventerebbe un ottima base di lancio per i missili iraniani.

Per concludere, vorremmo un suo parere sul nuovo scenario mondiale delineato da Assad: “un’alleanza dettata da interessi comuni” tra Siria, Turchia e Iran, con un occhio alla Russia

Certo, la Russia è alla testa del tentativo di delineare un nuovo scenario da Guerra Fredda. Da una parte ci sono Stati Uniti, Egitto, Arabia Saudita e palestinesi moderati, dall’altra parte c’è il fronte che ha appena delineato. Questo scenario favorisce un processo di guerra, non di pace: perché Abu Mazen è interlocutore non solo dello Stato ebraico, ma anche di Obama. Ecco perché, attraverso Hamas, si cerca di delegittimarlo.