Non è ancora una rinascita ma su turismo ed export si può contare

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Non è ancora una rinascita ma su turismo ed export si può contare

11 Novembre 2011

Turismo ed export. Eccolo il binomio capace di riuscire ad arginare il declino economico della Campania, ma anche il punto da cui ripartire nella direzione di una ripresa economica di cui la Regione dimostra di avere un gran bisogno. Lo dice chiaramente il presidente Caldoro che, analizzando i settori in crescita, parla di “Vertenza Campania” e lo ribadiscono alcuni dati elaborati da Bankitalia riferibili al triennio 2007-2011.

"Nel secondo trimestre del 2011 – ha affermato il governatore campano – l’estero ha contribuito alla crescita del Pil per lo 0,9 per cento. Il tasso di crescita complessivo è stato minore solo a causa della liquidazione delle scorte accumulate nei mesi precedenti, che ora andranno ricostruite. Nello stesso periodo, le esportazioni campane sono cresciute dell’8,5 per cento. Di meno rispetto ad altre realtà – ha continuato Caldoro – soprattutto a causa della lunga crisi della Fiat, finalmente risolta, che ha determinato una caduta nell’export delle auto del 29,4 per cento". Nel quarto trimestre del 2009, fine della precedente legislatura, era stato raggiunto il punto più basso, pari al 63,3 per cento.

"Abbiamo recuperato circa 3,5 punti – sottolinea il governatore – con un livello di scorte che è pari a quasi la metà di quelle del 2009: segno di una maggiore vivacità della domanda".

L’export, secondo l’analisi di Caldoro, ha fatto da volano per la ripresa, all’interno della quale un peso considerevole sembrerebbe spettare anche al turismo. "Il turismo ci ha aiutato – ha affermato il governatore – obiettivo non facile da conseguire, dopo gli avvenimenti connessi con i cumuli di spazzatura le cui foto hanno fatto il giro del mondo. Nonostante l’emergenza rifiuti, il comparto ha fatto ha fatto registrare un +15,6 per cento per le presenze estere".

Non solo export e turismo, comunque, tra le realtà decisamente incoraggianti. Anche l’industria, infatti, sembra destinata ad uscire gradualmente dal periodo più nero, con il calo delle attività denunciato dalle imprese che si attesta al 30 per cento, scendendo di venti punti percentuali dopo il -50 fatto registrare nel 2009. Ovviamente, non mancano importanti settori dove le criticità restano e le difficoltà sembrano difficili da arginare. Uno di questi è quello dell’occupazione, in riferimento al quale il presidente Caldoro ha detto di essere "moderatamente soddisfatto", mentre per quanto riguarda le difficoltà legate ai traffici commerciali del porto di Napoli, il governatore ha puntato il dito "soprattutto su quanto avvenuto in Medio Oriente". Un aspetto questo, che tende in ogni caso ad evidenziare quanto la Campania ”sia integrata nel Mediterraneo” e che "all’inevitabile ripresa di quei Paesi seguirà un incremento degli scambi con conseguenze positive su tutto l’hinterland napoletano".

Insomma, sull’onda dei due settori in crescita, la Campania sembra riprendere fiato ma, soprattutto, credibilità, anche se a quanto pare esiste ancora una strumentalizzazione politica che tende a svalutare gli sforzi compiuti dall’esecutivo di Palazzo Santa Lucia. "Siamo dentro un processo di cambiamento, ha dichiarato Caldoro, che pone in risalto più gli elementi negativi che non quelli positivi. Se poi a questo si somma la strumentalizzazione politica, il gioco diventa al massacro. Si svalutano gli sforzi che non noi, ma la collettività tutta, sta facendo per uscire dalla crisi. Si alimenta la consapevolezza che ogni sforzo è inutile e che tanto vale rinunciare fin dall’inizio. Ma se passasse questo messaggio sarebbe la fine non per chi, in questo momento, sta guidando la Regione ma per tutto il nostro popolo".

E’ chiaro, comunque, che non è opportuno parlare ancora di rinascita, soprattutto perché problemi e difficoltà restano. Certo, essere riusciti ad arrestare il declino rappresenta un risultato notevole, ma soprattutto un segnale incoraggiante, anche considerando le difficoltà croniche di una economia troppo a lungo vessata da anni di malgoverno.

Una economia, secondo quanto affermato ancora da Caldoro, succube di un duplice effetto negativo: "Il primo conseguenza della grave crisi internazionale che si riflette, in modo amplificato, nelle Regioni più deboli del Paese. Il secondo come il riflesso dei lunghi anni passati e della inadeguatezza delle precedenti amministrazioni che hanno gestito la nostra regione".

Un’affermazione, questa,capace anche di replicare alle parole pronunciate da alcuni esponenti regionali del Partito Democratico, dal segretario regionale del Pd Enzo Amendola al capogruppo regionale Giuseppe Russo e al consigliere Antonio Marciano, riuniti in occasione dell’iniziativa "Far ripartire le Campania". Nel corso dell’appuntamento, i rappresentanti del Pd hanno lanciato infatti una serie di "controproposte", a partire dal  miglior utilizzo dei fondi europei per arrivare ad una nuova predisposizione del welfare, oltre ovviamente alla necessità di rilanciare l’occupazione giovanile.

Non è mancata comunque la volontà ad aprirsi al dialogo con tutte le forze politiche, da Caldoro a De Magistris, sino ai presidenti di Provincia purché, come affermato dal segretario regionale Amendola, "si parli con progetti, perché siamo in una fase delicata delle finanze pubbliche per cui si deve parlare il linguaggio della verità”.

Ed è forse proprio l’unione di intenti la chiave che potrebbe accelerare il processo di crescita, al fine di guadagnare un traguardo che secondo Caldoro "potremmo raggiungere solo se saremo uniti e ci imporremo quella disciplina che è indispensabile per raggiungere lo scopo".