“Non è vero che la costruzione delle centrali nucleari si è fermata”

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“Non è vero che la costruzione delle centrali nucleari si è fermata”

22 Luglio 2009

Sono un ingegnere nucleare, specializzato in metrologia nucleare per applicazioni mediche. Ho letto l’intervista a un ricercatore che il Vostro giornale ha pubblicato la settimana scorsa. Non sono d’accordo quando dice che “il nucleare è un’avventura economica senza ritorno”. E vorrei spiegare il perché.

Quando scelsi di laureami in ingegneria nucleare, da amante e difensore della natura, lo feci con la convinzione che l’energia nucleare fosse un’ottima soluzione. Non l’unica soluzione, ma la migliore soluzione disponibile per molti decenni. Ancora oggi non capisco l’atteggiamento anti-scientifico e “anti-sviluppo” di chi avversa questa scelta. Molto spesso, è una claque rumorosa e ben finanziata dalle “7 sorelle” e consorelle.

Oggi gli italiani hanno capito quante falsità, diffuse come verità scientifiche, sono state dette sul nucleare. Non credono più negli argomenti "rinnovabili" contro il nucleare, al benaltrismo, al "siamo fuori tempo massimo", e al puntuale "oramai ci sono le fonti alternative". Il nuovo fotovoltaico, il nuovo eolico, il nuovo termosolare…  Dopo 25 anni di "nuovismo" scientifico non ci sono alternative perché le fonti proposte non sono costanti ed il loro costo è altissimo:

– il costo del kWh fotovoltaico è circa 20 volte il costo di quello nucleare

– il costo del KWh eolico è circa 3 volte il costo di quello nucleare

– il costo del KWh termosolare è circa 10 volte il costo di quello nucleare

Ovviamente i costi di cui sto parlando non tengono conto della maggiore durata di vita di una centrale nucleare: 60 anni contro i 20 anni di un impianto fotovoltaico o eolico. Tutte le proposte dell’industria “alternativa” mirano a proporre tecnologie di laboratorio come soluzioni a breve, sognando e confidando sul mito dell’abbondanza delle energie rinnovabili.

Il risultato del mito dell’abbondanza delle rinnovabili è ben visibile in Germania:

– costo altissimo dell’energia (+73 per cento rispetto alla Francia che utilizza il nucleare al 77 per cento)

– energia reale da eolico al 4 per cento (contro una potenza installata del 27 per cento), visto che il vento non soffia sempre

– black-out nel 2003 e nel 2006, causati dagli squilibri e dalla instabilità della rete produttiva e distributiva

Per fortuna la Germania può contare ancora sul 26 per cento di energia elettronucleare, e per sfortuna sul 60 per cento di fonti fossili (principalmente carbone), che garantiscono tutti giorni l’energia necessaria, anche quando non c’è vento o sole.

L’Italia è un paese pieno di risorse e ha ritrovato sintonia con la  "politica del fare". Sono di origine svizzera e personalmente ho sempre avversato il pregiudizio anti-italiano che si s’infiltra anche nella comunità scientifica, sulla presunta inaffidabilità – qua re “la tecnologia non è fatta per l’Italia”. Abbiamo la migliore scuola e i migliori ricercatori di fisica e siamo stati i precursori industriali dell’energia nucleare, dietro Stati Uniti e Gran Bretagna.

Vista la diffusa convinzione che non ci si può fidare dell’opinione degli scienziati italiani (quando sono pro-nucleare, ovviamente), vorrei sottoporvi alcuni punti di un testo del Forum Nucléaire Suisse che risponde in modo esaustivo ai "nuovi" argomenti contro il nucleare:

– Il combustibile per le centrali di III e IV generazione è abbondante. Basterà per secoli grazie alla estrazione mineraria (di  altri metalli). Basterà per millenni con l’estrazione dall’acqua marina, come è stato messo a punto in Giappone

– Le "scorie" (combustibile esausto) delle centrali di III generazione sono il combustibile delle centrali di IV; per questo motivo non vanno vetrificate, ma conservate come combustibile dopo il trattamento

– Dopo il "trattamento", le scorie non riutilizzabili sono solo il 3%; una lattina di Coca-Cola per ogni abitante del pianeta Terra, nel caso avesse consumato solo energia nucleare per tutta la sua vita

Un’ultima cosa. Non è vero che la costruzione delle centrali atomiche si è fermata. Entro il 2050 si prevede un raddoppio a livello mondiale del numero di impianti (da 441 a 882).

Secondo la International Atomic Energy Agency (IAEA) attualmente sono in funzione 441 impianti nucleari. 34 sono in fase di costruzione, 38 sono stati programmati, 100 pianificati e 200 proposti.

Dei 34 impianti in costruzione uno è in Argentina, 2 in Bulgaria, uno in Finlandia, uno in Francia, 6 in India, 5 in Cina, 3 in Corea del Sud, uno in Giappone, uno in Pakistan ed uno in Iran. La Russia ne sta costruendo 7, l’Ucraina 2, gli Stati Uniti 1. In termini progettuali la Cina conta di costruire almeno 60 impianti nucleari. Negli Stati Uniti di Obama le autorità federali stanno esaminando 12 domande di costruzione di nuovi reattori ultramoderni, e per l’anno prossimo ne attendono altre 15. Ecco una mappa degli impianti 

Produrre energia con fonti eco-compatibili è la migliore attività industriale possibile perché produce lavoro qualificato e ben retribuito, ingenti redditi fiscali, energia a basso costo per il consumo locale (se idroelettrico e elettronucleare). Il nucleare non inquina e non emette CO2 e si può facilmente integrare nel paesaggio (sulla coste non servono torri di raffreddamento).