Non resistite alla tentazione di tradire? Siate sincere o attente alle lavandaie

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Non resistite alla tentazione di tradire? Siate sincere o attente alle lavandaie

03 Luglio 2011

Cara zia Giugi, ho sempre tradito tutti i miei fidanzati. Ora, sposata da un anno, già sto pensando a chi sarà il prossimo. Sarà una patologia? Non vorrei continuare così tutta la vita. Ofelia

È perché no? È sufficiente che l’uomo in questione, quello “in carica” per intenderci, venga avvertito fin dall’inizio del tuo problemino. È probabile che, se ti ama, la paura di perderti lo renda più premuroso, disponibile e munifico. Tutto di guadagnato ad essere sincera. Non avere timore di perderlo, gli uomini adorano la competizione. Devono conoscere le regole della partita fin dall’inizio perché non hanno la perspicacia di capirle dal gioco. Ma poi lottano fino all’ultimo per vincere. Sono sicura che in questo caso, non arriveresti neppure a tradirlo. Pochi uomini ti farebbero stare altrettanto bene. Nel libero mercato, la ricerca egoistica del proprio interesse giova tendenzialmente all’interesse dell’intera società e tende a trasformare i "vizi privati" in "pubbliche virtù". Lo diceva Adam Smith teorizzando la “mano invisibile” del mercato. Mai definizione fu più calzante.

In ogni caso, se non vuoi confessare la tua vis traditoria e tantomeno gradisci siano scoperte le tue reiterate malefatte, fai molta attenzione a chi ti lava i vestiti. Mi è capitato oggi. Entro in una lavanderia dove non ero mai stata. Respiro l’aria che sa di vapore acqueo ed appretto. Appoggio sul bancone una pila di abiti da lavare, ben piegati perché abbiano un’aria presentabile. In realtà sono i vestiti della casa al mare, rimasti un anno macchiati e spiegazzati in un armadio umido. Mi vergogno un po’, puzzano di muffa. Dopo di me, fanno tintinnare il pendaglio di campanellini dell’ingresso due o tre signore, che entrano con le loro borse piene. La lavandaia non si affretta, sebbene ci sia la coda in attesa. Comincia a dipanare il mio mucchio e a lisciare con mani sapienti ogni capo, raschiando una per una le macchie con le unghie blu dai piccoli strass incastonati.

Ipnotizzata dal gesto e dalla fantasia perversa della manicure, sto ancora sperando che il tutto si risolva in una veloce analisi, tanto per calcolare il costo esatto del lavaggio ed emettere lo scontrino. Invece no. Ad ogni macchia che incontra accarezzando la stoffa, dopo la grattata diagnostica con l’unghia blu, emette una precisa diagnosi chimico-organolettica. “Questo è sugo, signora, una macchia vecchia, è addirittura fermentato.” “Che aloni di sudore, con i capi scuri non dovrebbe usare il deodorante spray. Se suda così, non metta vestiti con il giromanica stretto”. “Questi pantaloni sono tutti macchiati sul sedere. Sembra erba. Cosa li ha messi a fare? ” “Queste macchioline rosse sono sue? Solo per capire, perché se è sangue di ferita bisogna candeggiare per forza se no non viene via.” “Tenga, ho trovato in una tasca questa ricevuta del lotto. Pensi se vince: si compra un guardaroba da estate nuovo di zecca!”. “Comunque sono tutte macchie bruttissime, ne verranno via ben poche, non posso mica fare i miracoli”. Mi sono vergognata come un cane. Le clienti dietro ormai sanno tutto di me, compreso quanto sudo. Uscendo, guardo giù per evitare ogni contatto di occhi. So che mi stanno giudicando, le iene. Mi fermo ancora un attimo all’ingresso per ascoltare la lavandaia che parla con la cliente successiva. Sta grattando con l’unghia dell’indice una macchia scura, sul colletto di una camicia da uomo. “Questa è matita da trucco, poco ma sicuro. Va bene, lei non l’avrà mai utilizzata, ma sempre matita da trucco rimane”.