Non ricaschiamo negli “anni di piombo” per colpa di Battisti (e Lula)

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Non ricaschiamo negli “anni di piombo” per colpa di Battisti (e Lula)

03 Gennaio 2011

E’ impossibile provare simpatia umana verso Cesare Battisti perché ha le mani sporche di sangue. Nonostante proclami la sua innocenza, è stato condannato all’ergastolo e per almeno due dei quattro omicidi commessi ci sono dei testimoni oculari che confermano la sua partecipazione diretta a questi fatti di sangue. Considerando che non ha mai mostrato di pentirsi sul suo passato, né di fare i conti con la giustizia, sembra condivisibile la dichiarazione fatta dal ministro degli esteri Frattini che ha definito il "no" alla estradizione come la brutta fine di un importante mandato come quello di Lula. Il governo italiano seguirà tutte le vie per ottenere l’estradizione – compreso il ricorso al Supremo Tribunale Federale del Brasile – nella speranza di veder applicata quella sentenza concessa dalla giustizia carioca nel 2009 e poi bloccata dal veto di Lula. Non si può dire, insomma, che il governo Berlusconi non si sia speso per riconsegnare Battisti al nostro sistema giudiziario.

Per questo rischiano di essere una forzatura quelle prese di posizione di quanti hanno annunciato di voler manifestare contro la decisione di Lula sotto l’ambasciata del Brasile, o di voler congelare gli accordi economici con la potenza sudamericana come un gesto di ritorsione per la mancata consegna di Battisti alle nostre autorità. E’ chiaro che Lula, uomo di sinistra, si è voluto togliere un sassolino dalla scarpa negando l’estradizione di un terrorista rosso ad un governo, quello Berlusconi, che ha tra i suoi ministri esponenti dalla destra postfascista: il presidente brasiliano sapeva di toccare un nervo scoperto della storia italiana, gli anni di piombo, e senza farsi troppi scrupoli ha dato il "la" alla beatificazione di Battisti, dando credito a chi dice che l’incolumità dell’ex terrorista sarebbe a rischio nelle nostre carceri.

La domanda è se ci conviene bruciare miliardi di euro di accordi economici con un Paese che ambisce al posto di quinta potenza del mondo. Se ci tirassimo indietro, i francesi – un altro sponsor di quella sinistra al caviale che ha "adottato" Battisti – non avrebbero difficoltà a sostituirci, considerando la posizione della Ue sul caso (il contenzioso non influirà sui rapporti di Bruxelles con Brasilia). D’altra parte, se il centrodestra italiano usasse la linea dura poi non dovrebbe sorprendersi se qualche deputato del Pd o magari il solito Vendola il giorno appresso decidessero di proclamare un bel sit-in di protesta contro l’ambasciata giapponese: Tokyo infatti non solo non ha estradato il neofascista Delfo Zorzi, processato condannato e poi assolto per la strage di Piazza Fontana, che oggi continua a fare affari come imprenditore anche in Italia, ma ha pensato bene di concedergli addirittura la cittadinanza. Come dire, riaprire l’armadio degli anni di piombo, in Italia, probabilmente non conviene a nessuno.