Non serve una commissione d’inchiesta su “l’indimenticabile 2011”
16 Maggio 2014
Su "l’indimenticabile 2011" è bene aprire un dibattito approfondito che metta davvero sul tappeto tutti, davvero tutti, gli avvenimenti che si succedettero vorticosamente in quell’anno e molti dei quali sono peraltro già ben conosciuti, compreso ciò che qualche importante ministro del governo Berlusconi diceva in giro e ciò che esplicitamente combinavano la Merkel e Sarkozy.
Tutto ciò però è materia di memorie, di ricostruzioni storico-politiche non certo di una commissione d’inchiesta della quale nè ci stanno i termini né le ragioni perché se ne dovessimo fare una per ogni forte rovesciamento politico, allora esse si moltiplicherebbero. Come minimo, ne dovremmo certamente fare anche un’altra che riguardi la caduta del primo governo Prodi.
Poi, se si mettesse all’opera una commissione d’inchiesta, essa per fare un lavoro completo dovrebbe richiedere l’ascolto anche di tutti quegli uomini della finanza che consigliarono a viva voce Berlusconi di passare la mano, non solo per esigenze politiche, ma anche perché la violenza della speculazione finanziaria in atto se non fosse stata bloccata da un diverso governo avrebbe colpito anche le sue aziende.
Qualche chiarimento dovrebbe darlo in primo luogo proprio Geithner che dopo aver lanciato il sasso con qualche frase a effetto, ma molto generica, dovrebbe adesso dirci nome per nome chi furono "i famosi funzionari" europei che invitarono gli Usa ad un complotto contro Berlusconi. Peraltro, non i funzionari Ue ma i leaders europei che lavoravano contro Berlusconi sono ben noti e furono in primis la Merkel, Sarkozy e tutto un settore del PPE.
Essi fecero ciò a viso aperto tant’è che lanciarono un obliquo messaggio anche per televisione. Essi fecero tutto ciò a partire da quando Berlusconi fu indebolito dall’attacco giudiziario su Ruby e poi quando fra lui e Tremonti si aprì un esplicito contrasto sulla politica economica al punto tale che il famoso decreto sulla crescita fu bocciato dal ministro del Tesoro anche presso il Presidente della Repubblica perché ritenuto senza coperture.
Visto che si parla del 2011 avanziamo anche noi qualche domanda che riguarda non funzionari europei ma leader politici americani, in primis Kerry, e anche alcuni governi in primo luogo quello francese, quello americano e quello inglese che indussero Gianni Letta e Franco Frattini a convincere Berlusconi a dar via libera e a partecipare al blitz contro Gheddafi in Libia che nelle intenzioni di Sarkozy doveva servire anche a prendere il nostro posto in quel Paese.
Quel tentativo è miseramente fallito ma gli effetti della totale destabilizzazione della Libia nella quale non esistono più né un governo, né uno Stato degni di questo nome, oggi li stiamo pagando proprio noi sul terreno dell’immigrazione, per cui sono come minimo assai ingenerose molte polemiche su questo terreno di esponenti di Forza Italia nei confronti di Angelino Alfano.
Sul piano politico, poi, se avesse voluto, nel 2011 Berlusconi avrebbe potuto reagire a tutto ciò chiedendo le elezioni ma né lui né Bersani lo fecero ed entrambi accettarono Monti pur sapendo che avrebbe portato avanti una linea di lacrime e sangue. Inoltre se c’erano dei dubbi su Napolitano, perché Berlusconi nel 2013 lo pregò di farsi rieleggere?