
Non solo madeleine: scopriamo Proust con un podcast!

16 Novembre 2022
Il 18 novembre ricorrerà l’anniversario della morte di Marcel Proust, considerato a ragione uno dei più grandi esponenti del Novecento letterario, autore di un romanzo che non si può non definire una pietra miliare della letteratura. C’è, di fatto, un prima e un dopo Proust.
À la recherche du temps perdu ha generato e continua a generare analisi e riletture da parte degli accademici, che si soffermano su ogni singolo dettaglio al fine di interpretare l’intrico di un’opera che sembra non esaurire mai la propria carica. La Recherche sembra conservare una qual certa aura di sacralità, ritenuto uno dei romanzi più inapprocciabili e temuti della storia: ci dicono che bisogna essere pronti a sacrificare tempo e risorse mentali per immergersi fra le pagine dei sette tomi che compongono il monumentale lavoro dello scrittore francese, che se ne esce esautorati e che spesso si dovrà tornare indietro di qualche pagina per riprendere il filo della narrazione. Che sia per la stazza del romanzo, per il numero spropositato di personaggi presentati, o per una successione apparentemente illogica degli eventi, in pochi possono vantarsi di aver portato a termine questa impervia lettura.
Chez Proust, un podcast prodotto da Emons Record, col sostegno dell’Institut Français Italia, e scritto da Ilaria Gaspari, vuole scardinare questi preconcetti e divulgare un Proust diverso, decisamente inedito e a tratti sconosciuto. Il podcast è composto, per ora, da 12 episodi, è disponibile su Apple Podcast e su Spotify e le puntate hanno una durata media di circa mezz’ora. Un modo per accostarsi al genio di Proust attraverso un altro senso, che non sia la vista.
Non aspettatevi un approccio da lectio magistralis di letteratura francese. Gaspari unisce l’indagine letteraria a quelle sociologica, psicologica e filosofica ottenendo un risultato godibilissimo, creando un prodotto che può essere apprezzato anche da chi, della Recherche, ricorda solo la madeleine. Lo si potrebbe definire un podcast antologico, dato che ogni puntata affronta un tema diverso. L’infanzia, la percezione dello spazio e del tempo, l’amore, la dimensione del ricordo e dell’attesa, il rapporto maieutico fra scrittura e scrittore. Un romanzo che davvero parla di tutti noi e in cui tutti noi possiamo ritrovarci, rileggerci e specchiarci. Perché quella esposta da Proust non è solo una sequenza di personaggi ed episodi, ma una vivida e vibrante rappresentazione della grande varietà umana che ognuno, più o meno fortunatamente, incontra sul proprio cammino.
I contributi sono dei più disparati: da Nadia Terranova passando per Alessando Piperno, Amélie Nothomb (vincitrice del Premio Strega Europeo 2022), Patrizia Valduga, l’ambasciatore italiano a Bruxelles e quello francese a Roma e tanti altri. Ma anche dei semplici passanti i quali, interrogati sul proprio legame con Proust, hanno fornito delle risposte sorprendenti e inattese: chi vi si è approcciato con entusiasmo, chi con reverenziale terrore e chi, invece, non trova ancora il coraggio di approcciarvisi.
Insomma: Proust non è davvero solo la madeleine. Ma questo è solo uno dei tanti pregiudizi che l’ascoltatore abbandonerà dopo l’ascolto del podcast e, ci si augura, dopo la lettura di quello che si potrebbe definire un romanzo-montagna, tutto crepacci, burroni e terreni scoscesi sui quali è facile incespicare.
Una cosa è certa: una volta scesi e riemersi dall’abisso della Recherche, non si è più la stessa persona.