Nonostante la crisi e il terremoto, l’Abruzzo ha “numeri” da rivendicare

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Nonostante la crisi e il terremoto, l’Abruzzo ha “numeri” da rivendicare

12 Marzo 2012

La forte dinamicità della regione Abruzzo e la sua capacità di resistere – con tenacia e determinazione – alle violente turbolenze della crisi finanziaria ed ai pesanti contraccolpi della  ricostruzione post-sismica, continua a procedere con ritmo crescente, dimostrando l’abilità del territorio di trasformare le criticità in costruttive opportunità. Sulla cartina dello stivale tricolore la regione assume il ruolo di “cerniera”, ben distante da un mezzogiorno che arranca e impegnata ad avvicinarsi agli standard e performance del più avanzato centro-nord. Basti pensare, come ha ricordato il governatore, Gianni Chiodi, che nel 2011 l’Abruzzo è al primo posto nella quota dei Comuni che hanno attivato servizi per l’infanzia e al primo posto (sesta regione in Italia) anche relativamente alla percentuale di anziani trattati in assistenza domiciliare integrata (ADI) rispetto al totale della popolazione anziana.

“Ottima performance – sottolinea Chiodi – anche rispetto a molte e “titolate” regioni del Nord, pure per quanto riguarda la percentuale di consumi di energia elettrica coperti da fonti rinnovabili, dove abbiamo già raggiunto il target 2013. Sulla spesa pubblica per la raccolta differenziata siamo in linea con le regioni limitrofe, ma abbiamo già migliorato le nostre performance rispetto agli anni scorsi.”

Nell’interessante analisi territoriale condotta dal Centro Studi Sintesi – per conto del Sole 24 ore – per fare il punto sullo status quo economico delle regioni italiane nell’ultimo quinquennio valutando otto parametri di riferimento, l’Abruzzo conquista dunque la nona posizione. Produttività, indice di imprenditorialità, propensione all’export, livello di apertura commerciale, brevetti europei, tasso di occupazione, sofferenze su crediti imprese e prestiti alle imprese – questi gli indicatori osservati. Dall’analisi, il riflesso di un quadro nazionale variegato col persistente dislivello di crescita e sviluppo fra Nord e Sud del paese.

Fra le regioni -fanalino di coda si piazzano infatti Calabria, Molise e Basilicata, mentre in cima alla classifica spicca la Liguria (per dinamicità e reattività alla crisi) seguita da Trentino, Lazio e Lombardia. L’Abruzzo – col suo nono posto in classifica ed un ranking complessivo di performance del 44,63% – può ritenersi più che soddisfatto, viste e considerate le ripercussioni economiche dell’emergenza sismica, la forte concentrazione di risorse ed energie nella zona del cratere, il pesante fardello del deficit sanitario ed i contraccolpi di una congiuntura economica, sfavorevole a livello globale. Contenere gli effetti della crisi e cercare, al contempo, nuovi stimoli per catalizzare crescita e sviluppo, queste le parole d’ordine.

Il Bollettino Statistico del II semestre 2011 del Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione economica del ministero dello Sviluppo Economico, conferma come questo sia stato un giusto approccio in grado di conferire alla regione un potenziale notevole. “Numeri del Sud”, la pubblicazione semestrale focalizzata sui fattori determinati per valutare la convenienza a vivere , lavorare e fare impresa in un determinato territorio: servizi di cura per infanzia ed anziani, consumi di energia rinnovabile, turismo, famiglie e demografia, trasporto pubblico locale, gestione dei rifiuti urbani e del servizio idrico integrato e che -in sostanza,valuta il livello dei servizi essenziali per i cittadini – evidenzia le perduranti disparità fra nord e sud, mettendo in luce una regione, l’Abruzzo, dalle performance piuttosto lusinghiere in termini di qualità della vita, con tutte le potenzialità necessarie per compiere ulteriori passi in avanti lungo la strada del progresso.