Nonostante le turbolenze di agosto il credito popolare segna +4,5%
06 Ottobre 2011
Il Credito Popolare continua l’intensa attività di sostegno delle realtà produttive delle nostre regioni, proponendo il suo modello operativo di “essere e fare banca” specifico nel sistema creditizio, in cui il rapporto con la clientela – incentrato sulla reciproca fiducia e responsabilità assieme alla ricchezza e alla qualità degli strumenti finanziari – si abbina alla capacità di innovazione e di contatto, con l’obiettivo di offrire un servizio rispondente agli effettivi bisogni della clientela.
I dati patrimoniali delle Banche Popolari, relativi al mese di agosto 2011, infatti, evidenziano una significativa crescita degli impieghi totali su base annua del 4,5%, variazione ampiamente positiva rispetto alla media nazionale (+2,8%). In particolare, sono ancora una volta le PMI ad assorbire la maggior parte delle risorse finanziarie pari a circa 28 miliardi di euro, garantendo loro quel supporto e quella fiducia da loro fortemente ricercate in questa difficile congiuntura. La crescita dei finanziamenti si rileva positiva in tutte le aree del Paese, in particolare nel Mezzogiorno con un incremento del 3,3%, nelle regioni del Nord-Est del 6,9%, al Centro del 2,3% e nell’area del Nord-Ovest del 3,8%. Uno sviluppo costante a cui ha certamente contribuito una maggiore e sempre efficace lettura del tessuto imprenditoriale locale che comporta una superiore e storica efficienza allocativa delle Banche Popolari.
Nello stesso periodo, sul versante della raccolta patrimoniale si riscontra una crescita del 6%, sostenuta dall’incremento della componente obbligazionaria (+19%); a livello territoriale si registrano incrementi maggiormente significativi nelle regioni del Nord-Est, con un aumento nell’area superiore al 15%.
Tali risultati sono raggiungibili soltanto attraverso la forte prossimità ai territori e alle comunità servite, che si realizza attraverso una rete commerciale estremamente capillare: il Credito Popolare, infatti, è presente nel Paese con 97 banche, che si articolano in 9.500 sportelli, per una quota di mercato complessiva di circa il 28%. Questi istituti anche dopo 150 anni dalla loro costituzione, si mantengono fedeli ai loro valori fondanti, e in particolare al localismo: basti pensare infatti che circa i due terzi delle dipendenze si trovano nelle regioni in cui le banche hanno la loro sede legale, e che – in quasi 1.000 comuni italiani – l’unico intermediario è rappresentato da una Banca Popolare.
Il legame tra il Credito Popolare e le PMI, che rappresentano oltre il 70% dei crediti complessivi ad imprese erogati dalla Categoria nasce dalla prossimità ai territori e dalla conoscenza profonda della comunità locale, con la quale è possibile costruire un rapporto solido e duraturo nel tempo. Proprio la possibilità di svolgere la propria opera attraverso una visione relazionale del rapporto con il cliente rappresenta il valore aggiunto di una banca del territorio, una ricchezza che origina dalla matrice cooperativa e dalla governance fondata sul principio del voto capitario.
Non sono le dimensioni che una banca assume che determinano o influenzano i suoi comportamenti, ma i valori di cui continua ad essere portatrice: le Banche Popolari hanno già ampiamente dimostrato, in particolare negli ultimi anni segnati dalla crisi, quanto ancora oggi siano radicate nel tessuto produttivo del Paese, e come il loro ruolo risulti più essenziale per mantenere vitali i territori serviti. Non rendersi ancora conto di tutto questo non aiuta certo le piccole e medie imprese italiane a restare competitive in una prospettiva economica sempre più incerta e concorrenziale.
*Segretario Generale Associazione Nazionale fra le Banche Popolari