Norcia /2 La scienza, il cattolicesimo e le religioni secolari

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Norcia /2 La scienza, il cattolicesimo e le religioni secolari

Norcia /2 La scienza, il cattolicesimo e le religioni secolari

15 Ottobre 2007

La seconda giornata norcina si è
incentrata sulla relazione di Giorgio Israel, dal tema “il rapporto tra
scienza e religione di fronte alle sfide della postmodernità
”.

Il matematico ha illustrato le
posizioni che sostengono una contrapposizione irriducibile fra scienza e fede:
da chi vuole che la scienza sia “religione della verità” (Odifreddi) a chi
riconosce la relatività della scienza (Giulio Giorello, Enrico Bellone).
Costoro, divisi sui punti di partenza, convergono sul comune obiettivo di
sconfiggere la “superstizione religiosa”, non sottraendosi a manipolazioni
della storia, fuori da ogni logica e da ogni dato.

Il relatore ha, peraltro,
sottolineato che, stranamente, la lotta di questi scienziati contro la
religione non si indirizza verso l’Islam. Altre posizioni, altrettanto
sbagliate, sono, secondo Israel, quelle che confutano scienza in nome della
religione.

In realtà, l’errore è la
riduzione della ragione a quella predicata dal positivismo e l’interpretazione
della realtà mediante le sole leggi fisico-matematiche, né è ammissibile che si
vogliano risolvere i problemi della coscienza soggettiva, dell’etica e della
morale, con il razionalismo delle scienze esatte.

Ha concluso, il relatore,
contestando la visione dualista del piano ontologico, in quanto: “siamo con i
piedi piantati in un mondo ‘materiale’ che appare governato da regolarità più o
meno forti, tali da permettere previsioni più o meno esatte, talora mediante
‘leggi’, talora mediante modelli ricavati con gli strumenti delle scienze sperimentali
e della matemarica; e con la testa in un ‘mondo’ in cui si esplica pienamente
la libertà soggettiva e in cui ha un ruolo centrale la dimensione morale e
religiosa”.

S. Em. Rev.ma il Card. Chritoph
Schönborn, arcivescovo di Vienna, non potendo essere presente all’evento, ha
inviato un’interessante relazione sull’evoluzionismo ove spiega che certa
cultura (ad es. Richard Dawkins), di cui demolisce le fondamenta, fa
dell’evoluzionismo una religione.

I numerosi e dotti interventi dal
pubblico hanno, a più riprese, richiamato il discorso del Santo Padre a
Ratisbona e hanno stimolato la riflessione sull’origine dei “diritti dell’uomo”
e il suo legame col giusnaturalismo, sul rapporto fra natura e mente (dualismo
semantico) e fra fede e cultura. E’ stata affermata la centralità del principio
di non contraddizione e la questione del modello antropologico: che tipo di
antropologia propone la scienza? che tipo di antropologia propongono le
religioni?

Si è denunciato il rischio della
riduzione del Cattolicesimo a spiritualismo e a moralismo. Tale operazione
confinerebbe la religione ad un intimismo che lo escluderebbe dalla sfera
pubblica, riporterebbe i cattolici nelle catacombe o, nella migliore delle
ipotesi, nei monasteri, sulla base di un contemptus mundi generalizzato
ed imposto che lascerebbe la realtà nelle mani di chi ha un modello
antropologico deviante.

E’ stata segnalata la
mistificazione consistente nella scienza che vuole farsi fede e la necessità di
riprendere la fondamentale  differenza
fra Creatore e creatura e la dimensione del mistero.

Fra gli interventi programmati,
quello di Giuseppe Longo, docente di Teoria dell’informazione nell’Università
di Trieste, ha ripreso quanto diceva ieri Cesare Cavalleri su “realtà e
bellezza”, evidenziando che etica ed estetica derivano dalla “coimplicazione”
fra immersione nell’ambiente e relazione con gli altri soggetti, fruitori
dell’ambiente stesso.

Enrique Cerdá-Olmedo, docente di
Genetica nell’Università di Siviglia, ha impostato il suo intervento assumendo,
come canovaccio, il libro Risala Hayy ibn Yaqzan fi asrar al-hikmat
al-masriqyya
(il figlio vivente del vigilante) di Ibn Tufayl, musulmano
andaluso del XII secolo, per cui tutta la conoscenza può essere acquisita
applicando la ragione all’esperienza.

Assuntina Morresi, docente di
Chimica fisica nell’Università di Perugia, ha chiarito che il dato scientifico,
nell’era della comunicazione, soffre di interpolazioni che creano una “parodia
della scienza”, che manipolano la realtà per fare lo scoop o, comunque,
per fare presa sui fruitori dell’informazione. Ha preso ad esempio la questione
degli ibridi, dei cibridi, delle chimere, ecc. segnalando come delle tecniche
che sono risultate assolutamente fallimentari, vengono propagandate come la
frontiera della scienza, vengono finanziate in misura massiccia (roba da bar di
“Guerre stellari”, l’ha definito l’interventrice).

Il poeta Davide Rondoni ha posto
all’attenzione degli intervenuti una diffusa pratica riduzionista: della
politica ad organizzazione, della scienza a tecnica, dell’arte a spettacolo,
della religione a morale…

Ha chiuso i lavori il Sen.
Quagliariello, Presidente della Fondazione Magna Carta, che ha posto l’accento
sull’organicità del dibattito tenutosi in questi due giorni nella città di
Benedetto, e ha sottolineato che gli incontri di Norcia danno stimolo a delle
riflessioni che proseguono durante tutto l’anno, riflessioni che si concretano
in un confronto fra “laici” e cattolici che, talora, impongono anche la
necessità di ridefinire degli approcci semantici che paiono opachi. Egli ha
anche fornito un indirizzo per i lavori dell’anno prossimo, segnalando che la
tematica della libertà d’insegnamento e del diritto all’istruzione potrebbero
necessitare di una riflessione degna di Norcia.

Appuntamento, dunque, a Norcia
per il prossimo “incontro” e, nell’attesa, vi aggiorneremo sugli sviluppi di
questa edizione.