Norcia, “a salvarci è stata l’ora solare”
01 Novembre 2016
Da due mesi, dal 24 agosto, i vigili del fuoco vivono e lavorano con la terra che continuamente trema sotto i piedi. E l’ultima tremenda scossa di domenica mattina ha messo a dura prova anche loro.
“La terrificante scossa di domenica ha forse intaccato la speranza di ripresa che iniziava a vedersi, ma sicuramente non ha bloccato il lavoro dei soccorritori”, dice uno di loro. Convinto com’è che lui, i suoi colleghi, e i cittadini, “sono salvi grazie all’ora solare. Ogni mattina alle otto inizia il primo turno con le squadre che arrivano nei vari cantieri dove siamo impegnati in particolare per liberare dalle macerie e mettere in sicurezza la viabilità. Erano sui mezzi quando c’è stata la grande scossa. Se non ci fosse stato il cambio di orario si sarebbero trovati già suoi luoghi di lavoro e i crolli li avrebbero potuti travolgere. Ma anche questo fa parte del nostro lavoro”.
Lo spostamento indietro delle lancette nella notte fra il 29 e il 30, infatti, ha fatto sì che, al momento della scossa delle 7.42, i vigili fossero ancora in branda e non sulle impalcature.
Nel campo allestito dai VVF, dalla Protezione Civile e dal Sovrano Militare Ordine di Malta l’unità mobile di monitoraggio lotta contro i cali di tensione che bloccano computer e macchina cartografica, mentre tutto intorno i nursini riempiono di domande gli operatori: “Posso rientrare a casa” ; “Devo solo vedere come stanno le mie cose” ; “Mi faccia prendere le medicine, ci metto un attimo”. Richieste in apparenza banali, in realtà le uniche che riesci a formulare in situazioni come questa.
A Norcia ti imbatti in una comunità umana ampia e variegata, dai soccorritori che bloccano gli accessi e che gridano nelle Midland, agli anziani che cercano un po’ di calura sotto il sole autunnale. E, ancora, ragazzi che sorridono e che si prendono in giro all’arrivo di una troupe che chiede commenti a caldo.
Da commentare c’è poco davvero, ma non sempre i giornalisti riescono a capirlo. Norcia è stata ristrutturata e restituita alla sua ancestrale bellezza dopo i tragici eventi dell’autunno 1997, e ora siamo punto e a capo. “Proprio adesso che s’era iniziato a riprendersi, la terra ricomincia a tremare quasi che il destino ce l’abbia con noi”, confessa Claudio, 30 anni, un passante poco prima dell’arrivo della scossa che ha raso al suolo la Basilica. La rabbia è tanta e forse proprio la rabbia servirà a ricostruire tutto in tempi più veloci.