Nord Corea, Pyongyang: “Reagiremo con forza alle provocazioni Usa”
11 Luglio 2016
La Corea del Nord ha minacciato di prendere “iniziative fisiche”, così le ha definite, dopo che Washington e Seoul hanno annunciato lo schieramento in Corea del Sud di un sofisticato sistema antimissile per contrastare la crescente minaccia di Pyongyang. Infatti venerdì Seoul e Washington hanno annunciato la volontà di schierare il sistema Terminal High Altitude Area Defense (THAAD) in risposta dei test nucleari e lanci missilistici di Pyongyang. I due alleati non hanno dato i tempi dell’installazione del sistema antimissile, ma hanno detto che il procedimento di scelta di una collocazione idonea è alle fasi finali.
La risposta repentina dell’ufficio artiglieria dell’esercito di Pyongyang è stata la seguente: “La Repubblica democratica popolare di Corea prenderà iniziative fisiche di contrasto per controllare completamente il THAAD… dal momento in cui la collocazione sarà confermata dalla Corea del Sud”. Aggiungendo, poi, che l’esercito nordcoreano che ha “sufficienti mezzi offensivi di ultima generazione” prenderà “misure corrispondenti successive più spietate e potenti contro gli Usa, che vogliono scatenare la guerra schierando il THAAD”. Seoul rischia una “miserabile autodistruzione” per il sistema e Pyongyang è pronta a ridurre “la Corea del Sud in un mare di fuoco e detriti” in rappresaglia. E Seoul ha risposto definendo “ridicole” le minacce di Pyongyang.
Lo spiegamento dei sistemi Thaad, che ha irritato non poco Cina e Russia. Nel dispaccio della Kcna(Korean Central News agency) si legge: è un “prodotto diretto delle sinistre ambizioni degli Stati Uniti di dominare il mondo mantenendo la sua egemonia militare nell’area dell’Asia-Pacifico” e delle “mosse aggressive” della Corea del Sud per “far salire il confronto con il Nord”.
Mercoledì scorso gli Stati Uniti hanno messo su una lista nera Kim Jon Jong ed altri dieci ufficiali nordcoreani per violazioni dei diritti umani. Il Dipartimento del Tesoro americano ha quindi congelato tutte le proprietà ed i beni connessi a questi individui che si trovano sotto la giurisdizione statunitense.
Una presa di posizione che la Corea del Nord non ha affatto gradito: il ministro degli esteri nordcoreano ha difatti definito la decisione come “il peggior atto ostile contro il paese, un affronto che rappresenta una dichiarazione di guerra. Prenderemo contromisure estremamente forti“.
In una dichiarazione riportata dall’Indipendent, Adam J Szubin, sottosegretario statunitense per il Terrorismo e l’Intelligence Finanziaria, ha voluto dal canto suo ricordare che “la Corea del Nord continua ad infliggere un’intollerabile crudeltà con torture e lavori forzati”.
Quel che resta chiaro, alla fine dei conti, è che per le autorità statunitensi le minacce provenienti da Pyongyang sono ormai divenute insostenibili. Da Washington sono particolarmente preoccupati per la Corea del Sud, storico alleato USA nella regione: lo scenario di un attacco militare a Seul prende infatti sempre più forma di fronte alle istigazioni nordcoreane.