Norvegia, conservatori in sella dopo 8 anni. Effetto Australia

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Norvegia, conservatori in sella dopo 8 anni. Effetto Australia

09 Settembre 2013

E così la Norvegia dopo otto anni di sinistra vira a destra, vince Erna Solberg, a capo di una coalizione che mette insieme i cristiano-democratici, i liberali e il partito del Progresso. Quest’ultima è la forza di taglio populista che ospito tra le sue fila Breivik, quello del rampage a Utoya. 96 seggi vanno al centrodestra, 72 al centrosinistra, non è una vittoria schiacciante ma abbastanza per mettere fine a otto anni di predominio socialista (da 24 anni non c’era un Norvegia un leader di stampo conservatore come Solberg). I conservatori hanno vinto su una piattaforma tradizionale ma che accetta la sfida imposta dalla crisi: spiegando che bisogna investire in infrastrutture, scuole e welfare, ma privatizzando. Dunque si metterà mano al fondo sovrano norvegese, il top a livello globale vista anche la ricchezza petrolifera di questo paese abitato da 5 milioni di abitanti, per tenere salda la rotta nel mare tempestoso dell’economia, fuori dall’Europa, fuori dall’euro. Ma nonostante alti tassi di crescita, bassa disoccupazione, inflazione all’1 per cento, l’elettorato ha cambiato colore; un po’ come è avvenuto in Australia nei giorni scorsi, dove i conservatori hanno vinto spezzando anche lì un (più breve) periodo di governo di centrosinistra. E anche in Australia i conservatori sono tornati a vincere con parole d’ordine tradizionali della rivoluzione conservatrice, che si può dire non siano tramontate.