Notizie dalla crisi: come Renzi cercherà di mantenere il potere fingendo di andarsene a casa

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Notizie dalla crisi: come Renzi cercherà di mantenere il potere fingendo di andarsene a casa

10 Dicembre 2016

Non c’è dubbio che per Renzi la tentazione di tornare a Palazzo Chigi senza passare dal via (le elezioni), nelle ultime ore, sia stata fortissima: il rischio per il giovanotto di Rignano sull’Arno è molto alto, perdere tutto il potere accumulato e magari essere costretto anche a mollare la segreteria del Pd. Ma il fuoco di sbarramento che si è alzato contro l’ipotesi di un Renzi Bis, dal mondo politico innanzitutto come pure da ambienti certo non ininfluenti (si pensi da ultimo all’invito rivolto da Paolo Mieli a prendersi “un anno sabbatico”), sembrerebbero aver dissuaso l’ex premier. Renzi deve aver capito che andare avanti seguendo la logica del panzer in questo caso gli farebbe solo perdere completamente la faccia davanti agli italiani. 

Ma Renzi non molla e così salgono le quotazioni di Paolo Gentiloni, ministro degli esteri del suo governo, come nuovo inquilino di Palazzo Chigi. Sarebbe una scelta neutra, una figura stimata ma senza troppe ambizioni di autonomia, come invece potrebbe accadere se al governo ci andassero Padoan, che ha la sua rete di legami, o Franceschini, che al momento è il concorrente più temibile dentro il Pd. Comunque vada a finire, in questo schema, quello che sta a cuore a Renzi è avere a Palazzo Chigi una figura ‘incolore’ che non lo metta in ombra. Così mentre le consultazioni vanno avanti, due o tre questioni meritano di essere approfondite.

La prima è una questione di metodo, che ci ricorda perché Renzi ha preso una sberla grossa così al referendum costituzionale: ma è mai possibile che mentre si svolgono le consultazioni al Quirinale Renzi ne stia portando avanti delle altre parallele a Palazzo Chigi? E’ possibile che l’ex premier continui a mostrare questo scarso senso dello stato, infischiandosene delle differenze di ruoli, come quello di garanzia del presidente della repubblica, e dei pesi e dei contrappesi che garantiscono un corretto funzionamento della nostra vita democratica? Certo che è possibile con “il bomba” ancora in azione, ma, appunto, gli italiani lo hanno già punito sonoramente per questo modo di fare, bocciando la riforma fatta a uso e consumo suo e del Pd.

Seconda questione. Se la scelta ricadrà davvero su Gentiloni, per Renzi il nuovo premier sarà una valvola di sicurezza con Bruxelles. Gentiloni può garantire una continuità di gestione con l’esecutivo che ci siamo lasciati alle spalle, senza diventare una figura politica preponderante: e già, perché sulla manovra aggiuntiva che si palesa all’orizzonte – visto che la Ue non perdonerà a Renzi una politica economica tutta all’insegna della spesa e del deficit, gli sforamenti, la flessibilità sui terremotati che si è risolta in un groviglio di mancette elettorali – sulla manovra, dicevamo, si deciderà probabilmente quando andremo a votare e soprattutto chi vincerà le elezioni: una manovra bis lacrime e sangue costerebbe cara a chiunque, e a Matteo dopo la sberla referendaria ancora di più. 

Infine c’è la questione delle nomine in scadenza la prossima primavera, i grand commis, le nomine ai vertici delle aziende pubbliche o delle grandi imprese che conservano ancora una partecipazione statale. Renzi non può farsi tagliare fuori da questa partita decisiva e così avrà bisogno di una “longa manus” nel governo del Paese, che sia in grado di seguire l’agenda delle nomine italiane, e quella europea, rispondendo direttamente a lui. Come dire, forse la vera questione non è tanto chi sarà il nuovo premier bensì chi sarà chiamato a ricoprire l’incarico di sottosegretario alla presidenza del consiglio. Occhi puntati su Luca Lotti, dunque, quello del tweet post referendum sul Pd al 40 per cento, fido esecutore della volontà renziana a Palazzo Chigi. Ora che il leader non è più al comando, c’è bisogno più che mai del giglio magico, di braccia e occhi nei posti giusti.

Per continuare a comandare anche se non sei più al timone della barca.