Nucleare iraniano, l’alleanza fra Chavez e Ahmadinejad si stringe sempre di più
09 Giugno 2009
Altro che dialogo e apertura, l’Iran prosegue spedito nel suo progetto di armamento atomico. Nel bel mezzo della campagna mediorientale del presidente statunitense Barack Obama, volta a una riconciliazione con il mondo musulmano, torna d’attualità la minaccia nucleare del governo di Teheran.
Pochi giorni fa il ministero degli esteri israeliano ha diffuso un documento secondo il quale Venezuela e Bolivia starebbero aiutando l’Iran ad aggirare le sanzioni imposte dalla comunità internazionale, fornendo uranio a Mahmoud Ahmadinejad per sviluppare il suo programma nucleare. "Abbiamo informazioni secondo le quali La Paz e Caracas forniscono uranio all’Iran per il suo programma nucleare”, ha dichiarato il portavoce del ministero Igal Palmor.
Non solo. Sempre secondo gli israeliani, il presidente venezuelano Chavez avrebbe ordinato di appoggiare il movimento libanese Hezbollah che, da anni, è presente con sue cellule in tutto il Sud America. Fonti dell’opposizione venezuelana in esilio hanno anche aggiunto che, da tempo, Chavez starebbe aiutando la nascita di nuovi gruppi Hezbollah nel nord del Venezuela e nella prestigiosa e turistica Isla Margarita. "Le relazioni fra Venezuela e Iran sono particolarmente strette. Caracas aiuta Teheran a schivare le sanzioni concedendo salvacondotti di viaggio a cittadini iraniani, permettendo loro di spostarsi con la più totale impunità in tutti gli Stati dell’America Latina", è spiegato ancora nella documentazione israeliana.
L’intento del leader venezuelano, secondo il governo di Tel Aviv, sarebbe quello di minare gli sforzi di Barack Obama sul fronte del dialogo con Teheran. Ahmadinejad e Chavez avrebbero raccolto "200 miliardi di dollari" per allargare la fronda anti Usa in Sud America: "Dalla salita al potere di Mahmoud Ahmadinjead – si legge, infatti, nel rapporto del ministero degli esteri israeliano – Teheran ha promosso una politica aggressiva per rafforzare i suoi rapporti con i Paesi dell’America Latina, con l’obiettivo dichiarato di mettere l’America ai suoi piedi".
La notizia è stata smentita dalla Bolivia e il ministro de Mineria, Alberto Echazù, ci ha tenuto a precisare che nel paese non si produce uranio. "Se esiste un’informativa di un’agenzia di sicurezza israeliana che segnala questa cosa, semplicemente sospettiamo che i servizi d’intelligence israeliani soffrono di una severa crisi di capacità" ha tuonato il cancelliere boliviano Juan Ramon Quintana.
Secondo parte dell’opinione pubblica, le accuse israeliane si inquadrano in un difficile rapporto con Bolivia e Venezuela, peggiorato dopo l’offensiva militare su Gaza, e hanno, soprattutto, lo scopo di bloccare il processo di avvicinamento tra Washington e Teheran. Supposizioni a parte, resta il fatto oggettivo che, ormai da tempo e incurante delle sanzioni dell’Onu, l’Iran porta avanti un programma di armamento atomico. Un progetto che, al di là delle rassicurazioni di rito di Ahmadinejad (“programma nucleare di natura pacifica”), rappresenta una potenziale minaccia per il mondo intero.