Nucleare. Scajola: “Il programma del governo procede nei tempi previsti”
20 Aprile 2010
di redazione
"Il nostro programma nucleare procede nei tempi previsti. Il Governo italiano sta creando le condizioni necessarie affinché le imprese possano avviare i lavori per la costruzione della prima centrale nucleare entro il 2013". Ad affermarlo è il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, nel corso del suo intervento al "Dialogo Mondiale dell’Energia", alla Fiera Internazionale di Hannover.
Il rilancio dell’energia nucleare, aggiunge il ministro, "è una scelta strategica del Governo Berlusconi. L’Italia è l’unico tra i Paesi del G8 che non usa l’energia nucleare nella produzione di elettricità". Per Scajola c’è "una significativa analogia tra energia nucleare e fonti rinnovabili: entrambe le opzioni comportano emissioni nulle o trascurabili di gas con effetto serra. Entrambe le opzioni sono ad alta intensità di capitale e dunque avranno forti ricadute positive sul nostro sistema produttivo e sull’occupazione. Riteniamo necessario contare su entrambe le forme di energia nei nostri programmi".
L’obiettivo di lungo termine dell’Italia, ribadisce Scajola, "è il riequilibrio del sistema elettrico. Puntiamo ad un mix produttivo con il 25% di energia elettro-nucleare, il 25% di rinnovabili, e il restante 50% di fonti fossili, contro l’83% attuale".
Ma, rileva il ministro dello Sviluppo Economico, "vogliamo anche che l’energia nucleare venga sviluppata in un quadro di norme e procedure europee per la sicurezza armonizzate e che vengano meglio coordinate le strategie degli Stati membri per la gestione e la sistemazione dei rifiuti nucleari e adottati meccanismi condivisi e garanzie di salvaguardia".
Nella competizione economica globale, aggiunge Scajola, "vincono i Paesi che puntano sulla innovazione tecnologica e promuovono lo sviluppo industriale. Italia e Germania possono contare su una lunga tradizione di collaborazioni, di scambi, di impegno comune delle imprese". Per il ministro, "è necessario valorizzare questa esperienza nel quadro di una politica europea condivisa. La costruzione di un futuro energetico sostenibile richiede la definizione di strategie europee, come i nostri due Paesi avevano compreso già sessanta anni fa, quando diedero vita al processo di integrazione comunitaria".