Nuovo Senato, ora Renzi deve vedersela con Civati
29 Aprile 2014
di redazione
Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha partecipato a un vertice sulle riforme con la presidente della commissione Affari costituzionali, Anna Finocchiaro, il ministro delle riforme Boschi e il capogruppo democratico Zanda. Dalla sinistra del Pd arriva l’altolà di Pippo Civati: "Non c’è nessun accordo. C’è un pasticcio che appare ancora più pasticciato, ma vediamo, il premier ha cambiato idea tante volte. Le riforme costituzionali si fanno in un altro modo".
Le posizioni all’interno dei partiti di maggioranza sembrano ammorbidirsi e forse si avvicina un compromesso sul superamento del bicameralismo, dopo che il premier Renzi aveva parlato di una "disponibilità" a effettuare modifiche rispetto al testo base delle riforme costituzionali. Il punto di mediazione potrebbe essere affidare ai Consigli regionali la scelta dei rappresentanti delle Regioni da inviare nella nuova Camera delle autonomie, un modo per eliminare le divisioni tra i partiti sulla eleggibilità dei nuovi senatori.
Ma nel pacchetto da rivedere c’è anche la norma per determinare in modo proporzionalistico le rappresentanze delle varie regioni (il Molise non è la Lombardia, con tutto il rispetto), mentre si ridurrà probabilmente il numero dei senatori indicati direttamente dal Presidente della Repubblica. Sulle riforme sembra insomma prevalere uno spirito costruttivo che va nell’interesse del Paese prima che dei singoli partiti. Si rafforza anche la maggioranza, dopo le posizioni ondivaghe manifestate da Forza Italia e da Silvio Berlusconi. Meno slogan e propaganda farebbero bene al Paese.
Sulla riforma del Senato e sulla modifica del Titolo V, infine, va detto che ci si sta avvicinando ad una soluzione di buonsenso che era stata da tempo indicata dal Nuovo Centrodestra, soluzione che potrebbe anche essere conveniente per il premier in modo da tenere insieme le varie anime del Pd.