Obama annuncia la fine della guerra in Iraq ma che disastro le sue vacanze

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Obama annuncia la fine della guerra in Iraq ma che disastro le sue vacanze

30 Agosto 2010

Due giorni fa il presidente Obama ha parlato ai veterani americani nel tradizionale messaggio della settimana dalla Casa Bianca. Dopo aver dichiarato che la guerra in Iraq è finita ha spiegato in modo dettagliato che cosa è previsto per i veterani, e le famiglie dei militari, che hanno sostenuto lo sforzo bellico a Baghdad. In campo sanitario, lavorativo, e delle "opportunità" del sogno americano. Secondo il Presidente, proprio dai giovani "coraggiosi ed eroici" che stanno tornando in America nascerà una nuova classe dirigente in grado di affrontare le sfide del XXI Secolo. Ecco perché bisogna prendersi cura di loro. Il messaggio, che anticipa il major speech sulla fine della guerra in Iraq (ve ne parleremo più diffusamente domani), può essere interpretato come un occasione per riguadagnare consenso dopo un’estate da dimenticare, in  cui il Presidente è finito sotto il tiro incrociato di sondaggi negativi, opposizione repubblicana, tea party sempre più scatenati e fuoco amico liberal. 

Manca davvero poco alle elezioni di medio termine del prossimo novembre: appena una settantina di giorni. L’amministrazione Obama ha giusto il tempo di risolvere il disastro ecologico del Golfo, l’ormai cronica mancanza di lavoro tra i “white collars” (disoccupazione al 10%), un paio di questioni mediorientali e asiatiche “di poco conto” (processo di pace tra Israele e Autorità Palestinese e tra Hamas e Autorità Palestinese, Iran nucleare, Iraq, Afghanistan e Pakistan) e lo stato dell’economia americana, che sembra non aver tratto giovamento dall’esoso stimulus package dello scorso anno.  

Gli americani fissati per la politica preparano sondaggi su tutto, poi li mettono insieme e ottengono una media rigorosamente bipartisan. Secondo questi numeri la popolarità di Obama sta calando vertiginosamente  dal glorioso momento della sua elezione. Charles Krauthammer sul “Post”di venerdì 27 agosto affonda duramente: “I Democratici le prenderanno di santa ragione a novembre”. Gli fa eco Michael Barone sul Washington Examiner, secondo cui “la crisi economica non lascia spazio all’agenda liberale di Obama”.  Poi c’è quella peste di Peggy Noonan, sul Wall Street Journal, che se la prende con l’identità religiosa di Barack Hussein Obama, dicendo in pratica che gli americani non riconoscono più il loro presidente, visto che, secondo il solito sondaggio, il 18% di loro lo crede un musulmano.  Come se non fosse bastato l’intervento del Reverendo Franklin Graham alla CNN del venti agosto scorso, “…è nato musulmano… Suo padre era musulmano; il seme dell’Islam si traferisce per via paterna proprio come quello del Giudaismo si tramanda per via materna. Suo padre gli ha perfino dato un nome islamico…”.

Magari Barone, Krauthammer e la Noonan saranno troppo pessimisti, ma i sondaggi sono contro il presidente Obama un po’ su tutto e quest’andazzo è iniziato praticamente da subito dopo la sua elezione. Quando gli americani volevano risposte immediate al problema della crisi economica e della disoccupazione, lui si stava dedicando anima e corpo al controverso progetto di riforma della sanità. In quel caso magari il presidente avrà pagato un po’ d’inesperienza, ma poi ha fatto un nuovo buco nell’acqua con il pacchetto di stimolo dell’economia, almeno secondo un sondaggio di Fox News secondo cui il 47% degli americani pensa che si debba incolpare la politica di George W. Bush per l’attuale stato del sistema economico ma addirittura il 76% si dice convinto che per l’attuale amministrazione sia arrivata l’ora di assumersi le proprie responsabilità.

A sentire Douglas Schoen (uno dei più autorevoli consulenti Democrat in fatto di campagna elettorale), sarebbe ora che Obama imparasse un po’ da Clinton. Schoen sostiene che, invece di incolpare Bush, il presidente dovrebbe spiegare agli americani cosa sta facendo e che il tanto vituperato stimulus package, in realtà sembra stia dando qualche effetto (almeno secondo un report del Congressional Budget Office).

Ma in questa estate calda e tormentata gli americani non ce la fanno più neanche loro a scartabellare sondaggi su sondaggi. E salta fuori che uno degli articoli più letti in assoluto è un pezzo di bravura di uno comico che, proprio come il presidente, si dice orgoglioso di essere un “chicagoan”. Seth Weitberg si finge Robert Gibbs, il portavoce della Casa Bianca, e stila una lista di risposte da dare alle cassandre repubblicane che non lasciano in pace il suo presidente neanche quando sta in vacanza.

Chi critica Obama per il fatto che stia praticando uno sport elitario come il golf in un momento così critico per l’economia nazionale, si sentirà rispondere che il presidente non sta semplicemente giocando a golf. Camminare per i prati verdi e fare un po’ di esercizio significa dare l’esempio ai pensionati che se ne stanno rinchiusi dentro casa a guardare la tv, non pensando che così arrecano danno non solo a sé stessi, ma anche all’ economia americana, visto che consumano molta energia elettrica e che poi qualcuno dovrà curare le loro malattie da obesi.

Per rispondere poi a quei brutti e sporchi repubblicani i quali non vogliono neanche che il presidente mangi un dessert, basta dire che Obama ci tiene molto ai pastori della Florida, per questo mangia gelati: il punto fondamentale è che il presidente sta salvando l’economia da solo, mentre i grassi tromboni GOP non sanno fare altro che criticare. Recentemente poi, il presidente è stato in visita sulle splendide spiagge della Florida. Se si trovava lì, era per ricordare a tutti quanto sono stupende TUTTE le spiagge americane, e di stare lontano da Martha’s Vyneyard, un’isola al largo di Cape Cod dove ora è in vacanza con la sua famiglia.

C’è poi chi ha criticato Obama anche perché ogni tanto si concede di fare un po’ di passeggiate in montagna con sua moglie Michelle, in North Carolina, per esempio. Beh, questi criticoni dovrebbero sapere che, quando fa hiking, Obama non sta solo passeggiando ma sta anche cercando posti di lavoro: non si sa mai che dietro un masso, un albero o una curva del sentiero ci sia qualche job offer.

E sul fatto della religione? Non che ci siano grandi chances che il presidente entri in una chiesa cristiana durante le sue vacanze, ma in caso questo succedesse, ricordatevi che lui l’ha fatto soltanto per esercitare il suo diritto alla libertà di culto. Proprio come quei musulmani che vogliono a tutti i costi costruire una moschea a due isolati dal punto in cui degli estremisti (musulmani) hanno fatto saltare in aria due grattacieli (servendosi di alcuni aerei di linea con dentro altra gente) che contenevano in quel momento circa tremila persone. Ma, per favore, NON PARLATE MAI DI QUESTO ARGOMENTO.

“Infine corre voce che Valerie Jarret abbia battuto il presidente Obama a Scarabeo”, scrive Seth Weitberg sul Chicago Tribune. “Sarà Vero? Sì, sicuro. Per caso lui l’ha fatta vincere per farla sentire un po’ meglio? Assolutamente sì. Se ti senti un po’ giù, il presidente è più che felice di farti vincere a Scarabeo per tirarti un po’ su il morale. È molto più facile che far passare un altro piano di stimolo per l’economia.” Morale della favola: lasciate che Obama si goda le sue strameritate ferie senza stare troppo a questionare, rivangare e criticare. E non date retta ai democratici come David Letterman il quale, facendo notare che questa è la “vacanzetta” numero sei del presidente “a mandato singolo”, si sono permessi pure di dire che ci sarà un sacco di tempo libero per lui. Tra un paio d’anni.