Obama attacca ancora la Russia sul voto. E poi cita persino Reagan

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Obama attacca ancora la Russia sul voto. E poi cita persino Reagan

17 Dicembre 2016

“Prove concrete? Dimostreremo che l’attacco degli “hacker” al nostro processo elettorale è di matrice russa, ma gran parte del materiale che abbiamo raccolto è “classified”, non possiamo esporlo: non vogliamo dire ai nostri avversari come operiamo nell’“intelligence” e cosa sappiamo. Questo è uno di quei casi in cui l’opinione pubblica deve decidere se il lavoro fatto da esperti di grande valore che lavorano con impegno per la Cia e l’Fbi – democratici e repubblicani che hanno servito in amministrazioni diverse – sono più credibili di un avversario straniero”. 

E’ un Obama piuttosto banale quello che parla alla conferenza stampa di fine anno. Sempre la stessa litania e le parole misurate quasi esclusivamente su Donald Trump: “Diamogli tempo, è ancora a metà tra la campagna elettorale e le sue nuove responsabilità. Aspettiamo le sue prime decisioni di governo. Chi entra nello Studio Ovale cambia. Rex Tillerson al Dipartimento di Stato? Sono scelte di sue competenza, sta al Senato esaminarle”.Facendo il bilancio di questo 2016 complicato e sorprendente, un presidente riflessivo che non maschera sempre con efficacia la sua amarezza rivendica di passare al suo successore un’America in buona salute economica e che viene vista in modo meno ostile nel mondo. Il che però è piuttosto opinabile.

Avverte il suo successore, poi, che la questione di Taiwan è delicata: “La “One China” è il cuore della concezione che hanno a Pechino di se stessi come nazione, metterla in discussione può avere conseguenze molto gravi”. Poi riconosce che aver cercato la soluzione diplomatica in Siria non è stata una strategia di successo, ma poi prova a giustificarsi in qualche modo.

C’è persino il tempo per un po’ di paura in sala. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha interrotto per diversi minuti la conferenza stampa di fine anno in corso alla Casa Bianca dopo che qualcuno fra i presenti nella sala stampa gremita ha accusato un malore. Il presidente è quindi intervenuto, chiedendo che venisse chiamato il medico della residenza presidenziale. Ha ripreso a rispondere alle domande soltanto dopo essersi assicurato che il medico fosse sul posto.

Ha concluso citando l’intoccabile per i repubblicani presidente Reagan. “Ronald Reagan si starà rivoltando nella tomba a sapere che oltre un terzo dei repubblicani approvano il presidente russo Vladimir Putin, l’ex capo del Kgb”. 

Di male in peggio stai andando caro Obama.