Obama che vota Merkel è lo stesso che con Renzi diceva basta austerity

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Obama che vota Merkel è lo stesso che con Renzi diceva basta austerity

18 Novembre 2016

Obama è andato a fare visita agli amici tedeschi. E’ andato a trovare Angela Merkel e le ha detto, “se fossi tedesco, voterei per te”. Un endorsement che suona un po’ strano però. Fino a qualche settimana fa, infatti, quando per i politicamente corretti non c’erano dubbi, “a vincere sarà la Clinton”, e Trump era solo un incubo che accompagnava le loro notti insonni, Barack e l’amichetto italiano, Matteo, avevano attaccato a muso duro l’austerità tedesca. Un’austerità che, dicevano, avrebbe impedito all’Europa e all’Occidente tutto di crescere.

Ora, dopo la vittoria di Trump, la cancelliera, d’improvviso, è tornata ad essere un’alleata degli obamiani: forse utile per cercare di fare terra bruciata intorno al nuovo presidente americano. “Farò di tutto per potere collaborare anche con il nuovo presidente eletto” degli Stati Uniti, Donald Trump, e “oggi voglio dire grazie per questa collaborazione così buona e amichevole” con gli Usa. Dice intanto la cancelliera con la prudenza che la contraddistingue, salutando Barack. “Il cambiamento della amministrazione degli Stati Uniti non dovrà ostacolare il nostro continuo sforzo” per combattere i cambiamenti climatici e “per coinvolgere la Cina”, aggiunge Merkel. 

Ma anche su questi temi in agenda, global warming e rapporto con la Cina, la distanza della coppia Obama-Merkel dal pragmatismo e dal buon senso di Trump rischia di essere siderale. A Washington sta per insediarsi un presidente che ha già promesso di rivitalizzare l’industria del carbone e del petrolio e minaccia dazi contro Pechino. Obama ha, poi, discusso con la Merkel della Nato e della sicurezza europea. “Sono un interesse fondamentale per gli Usa”, ha detto il presidente uscente degli Stati Uniti. “La nostra alleanza con i partner Nato è una pietra miliare per la nostra politica estera“. E ha aggiunto, “abbiamo discusso l’importanza di mantenere le sanzioni fino a quando la Russia rispetti pienamente l’accordo di Minsk”.

Altro sgambetto all’amministrazione Trump, con il Don che in campagna elettorale ha promesso una Nato nuova, dove tutti i Paesi membri contribuiscono alle spese militari. Per non dire del “reset” annunciato da Trump con Mosca: alleati per portare la pace in Medio Oriente. Al di là dei convenevoli scambiati, dei soliti temi affrontati con la medesima retorica, quello che però ha stupito durante l’incontro di ieri è stata l’espressione che aveva Obama durante la conferenza stampa congiunta. Uno sguardo perso nel vuoto. Tanto simile a quello che aveva la Clinton ieri alla sua prima uscita pubblica dopo la sconfitta.

E’ probabile insomma che l’effetto Trump continui a provocare effetti collaterali del genere nei politici occidentali ancora per tanto tempo. Nel frattempo, mentre Obama vola dalla Merkel, il premier giapponese Abe vola a Washington da Trump.