Obama. D’Alema: qui sarebbe ancora in fila per il permesso

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Obama. D’Alema: qui sarebbe ancora in fila per il permesso

07 Novembre 2008

Barak Obama è "il primo leader globale" e la sua elezione alla Casa Bianca dimostra che si può vincere puntando sui valori della pace, del multilateralismo, della giustizia sociale. Lo ha detto Massimo D’Alema (Pd) in un forum con l’Unità in cui, con una battuta, sottolinea anche le chiusure della società italiana ed europea rispetto a quella americana: "In Italia il figlio di un immigrato Keniota sarebbe ancora a fare la fila per il permesso di soggiorno.In America invece diventa presidente".

"Si tratta di una grande svolta politica – ha osservato l’ex ministro degli Esteri – che apre una stagione nuova. Arriva un messaggio molto forte: si può fare una campagna elettorale puntando sulla pace, sul multilateralismo, sulla giustizia sociale e su un’equa redistribuzione della ricchezza e vincere le elezioni negli Stati Uniti. Quindi le idee, i valori e i programmi che noi sosteniamo, possono vincere anche in Italia. Naturalmente il tema con cui ci dobbiamo confrontare è come interpretarli in modo innovativo".

"Adesso – ha sottolineato D’Alema – siamo alla fine di un’epoca e viviamo una novità straordinaria, perché Obama è il primo leader globale, non è il capo dell’Occidente. Vedere l’Africa in festa, ad esempio, dà l’idea del momento eccezionale che stiamo vivendo…Barak è mezzo africano, mezzo americano, la madre è sposata in seconde nozze con un indonesiano, il cognato è cinese. Il bisogno di una politica globale per rispondere alla globalizzazione economica ha trovato una persona che riassume simbolicamente un contesto complessivo".

"Questo – ha rilevato D’Alema – fa emergere la forza di una società aperta come quella americana rispetto alle chiusure europee. Per dirla con una battuta, in Italia il figlio di un immigrato keniota sarebbe ancora a fare la fila per il permesso di soggiorno. In America invece diventa presidente".