Obama e il GOP si dividono sul debito ma non possono farne a meno

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Obama e il GOP si dividono sul debito ma non possono farne a meno

19 Luglio 2011

Dice il New York Times che dietro la battaglia sul debito che si combatte in queste ore fra Obama e i Repubblicani si nasconde una guerra sul ruolo e le dimensioni che dovrebbe avere il governo degli Usa nella vita degli americani.

Il problema non sarebbe tanto il compromesso sul tetto del debito, un argomento su cui, probabilmente, alla fine si troverà un punto d’incontro (il Presidente dovrebbe accettare la proposta di tagli alla spesa senza nuove tasse per far passare il provvedimento sul debito alla Camera); bensì i contrapposti valori dei Democrats e del GOP.

Il centrista Obama sta cercando di mediare tra l’ala dura del suo partito, che vuole colpire attraverso l’imposizione fiscale i ricchi in modo da tagliare la spesa senza toccare i costosi programmi di assistenza e gli incentivi (si pensi all’industria green, uno dei buchi neri di questa amministrazione), e i Repubblicani pronti a un "grand bargain" con il Presidente.

Repubblicani che però sono divisi fra i veterani del Congresso, l’establishment del partito più disponibile al dialogo e la "base" vicina al Tea Party, che non accetta l’idea di trasgredire agli insegnamenti reaganiani ("starve-the-beast", domare la bestia delle tasse). Questi ultimi sono gli stessi che si sentirono traditi da Bush quando diede il via al bailout per affrontare la crisi.

In realtà, dietro il negoziato sul "debt-ceiling"  (il tetto massimo da imporre al debito che Obama vuole alzare), sembra di assistere a un gioco delle parti, in cui, al di là delle rispettive posizioni, tutti sanno che senza una politica del debito si rischia il tracollo ("l’armageddon finanziario" evocato da Obama).

In sostanza, il debito continuerà a crescere (se a prevalere sarà la linea del Presidente) o al massimo si cercherà di stabilizzarlo. Il paradosso è che Washington, in pratica, sta negoziando con se stessa su quanti altri soldi chiedere alla Fed.