Obama e il “grande salto” su Marte, un esempio di propaganda spaziale

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Obama e il “grande salto” su Marte, un esempio di propaganda spaziale

11 Ottobre 2016

“Gli Stati Uniti invieranno uomini su Marte entro i prossimi 15 anni”. Se ne va con quisquilie tipo questa, Obama. Annuncio che fa tanto John F. Kennedy primi anni Sessanta: portare l’uomo sulla luna entro la fine del decennio. Kennedy allora ci riuscì. Ma se Obama spera di riuscire a “sovrastare” nell’immaginario collettivo chi lo ha preceduto deve aver bevuto troppo.

A parte che per i tagli subiti la Nasa questa volta dovrebbe lavorare o collaborare con le compagnie private, le uniche in grado, in questi ultimi anni, di fornire tecnologia e servizi a prezzi vantaggiosi. E sorvoliamo sul fatto che Obama nel suo discorso si sia attribuito il merito delle più importanti scoperte degli ultimi anni: “Abbiamo riportato la scienza in primo piano riuscendo ad abbassare i costi per i cittadini…”.

“Solo lo scorso anno, la Nasa ha scoperto l’acqua che scorrerebbe su Marte e le prove della presenza di ghiaccio su una delle lune di Giove. Abbiamo mappato Plutone, che si trova a più di tre miliardi di miglia di distanza e i nostri telescopi spaziali hanno rivelato ulteriori pianeti simili alla Terra. Inoltre i nostri scienziati hanno approfondito la conoscenza degli asteroidi, contribuendo a prevenire in anticipo la collisione con il nostro pianeta. Le nostre navicelle hanno studiato da vicino ogni pianeta del sistema solare, cosa che nessuna altra nazione è riuscita a fare”.

A quanto pare, resterebbe solo il “salto gigante” su Marte: “Il prossimo passo è superare i confini dell’orbita della Terra. Sono emozionato nell’annunciare che stiamo lavorando con i nostri partner commerciali per costruire nuovi sistemi che permettono il trasporto e la sopravvivenza degli astronauti in missioni di lunga durata nello spazio profondo. Queste missioni ci insegneranno come gli umani possono vivere lontani dalla Terra. Ne avremo bisogno per il lungo viaggio verso Marte”. Ma un attimo, qualcosa non torna: non è stato proprio Obama a tagliare gli ambiziosi piani per i viaggi spaziali previsti dal suo predecessore, Bush?

Infatti. Fu proprio Obama a tagliare i fondi per una nuova missione umana sulla luna prevista dall’amministrazione Bush. A ridosso delle elezioni americane, dunque, un annuncio del genere suona solo come l’ultimo, ennesimo tentativo di fare propaganda “spaziale” per la Clinton. Insomma, sulla Luna Obama non c’è tornato. In compenso vuole sbarcare su Marte. E perché no Plutone?