Obama incassa l’appoggio di Powell ma McCain non si arrende
20 Ottobre 2008
Poteva essere il primo presidente nero, repubblicano. Ora appoggia il primo candidato presidente nero, democratico. Colin Powell ha rotto gli indugi e, intervistato nel programma della NBC "Meet the Press", ha dato ieri il suo endorsement a Barack Obama. E pensare che per un certo periodo si era
parlato dell´ex segretario di Stato di Bush come possibile compagno di ticket di John McCain, di cui peraltro è un vecchio amico. Powell ha definito Obama una "figura capace di portare profonde trasformazioni" e si è detto certo che sarà un "presidente eccezionale".
Dunque, l’ex capo di Stato maggiore ha assicurato che il 4 novembre il suo voto andrà al candidato democratico, puntualizzando tuttavia che non parteciperà alla campagna elettorale del senatore afro-americano, né che pensa (per il momento) ad un suo ruolo in un’eventuale amministrazione Obama. Gli strateghi democratici si aspettando che l’endorsement di Powell, uomo d’armi di grande popolarità, rassicuri quanti ancora dubitano delle capacità del giovane senatore dell’Illinois di poter guidare la nazione, mentre le forze armate americane sono impegnate su due fronti bellici.
Nell’intervista alla NBC, Powell ha lodato la "prontezza" e "competenza" di Obama, mentre ha criticato McCain per aver mostrato incertezza nel rispondere alla crisi economica. Le critiche dell’ex generale si sono indirizzate però soprattutto alla vice del senatore dell’Arizona. "Non penso che Sarah Palin sarebbe pronta per diventare presidente degli Stati Uniti", ha dichiarato Powell. Sempre ieri, Obama ha dichiarato che la sua campagna ha raccolto nel mese di settembre fondi elettorali pari a 150 milioni di dollari (in agosto ne aveva incassati 66 e già era un record). Una cifra enorme, se si pensa che McCain avendo accettato il finanziamento pubblico (come aveva promesso anche Obama, che poi però ha cambiato idea), ha avuto a disposizione "solo" 84 milioni di dollari per tutta la sua campagna elettorale.
Paradossalmente, quattro anni dopo la valanga di fondi raccolti da Bush contro Kerry, i repubblicani si trovano oggi ad accusare il candidato democratico di "volersi comprare la Casa Bianca", per usare le parole del portavoce di McCain. Tutto dunque sembrerebbe andare in favore di Obama, già dichiarato "president-in-waiting" dalla grande stampa. Invece, nella domenica dalle mille sorprese, un sondaggio Reuters-Zogby ha rivelato un sensibile assottigliamento, a livello nazionale, del vantaggio di Obama su McCain.
Secondo la rilevazione demoscopica, Obama è al 48 per cento seguito a tre lunghezze dal veterano del Vietnam. Secondo il sondaggista John Zogby, il recupero di McCain è dovuto alla buona prova offerta nell’ultimo dibattito televisivo con Obama, che pure gli "instant poll" avevano dichiarato vincente. Insomma, il riferimento di McCain a "Joe l’idraulico" sembra aver funzionato.
Dal sondaggio emerge che McCain ha consolidato il consenso nella base repubblicana (non scontato visto le posizioni da "Maverick" del senatore dell’Arizona). Inoltre, in questi ultimi giorni, indica sempre il sondaggio, McCain ha guadagnato terreno tra gli indipendenti che saranno decisivi il 4 novembre, soprattutto in alcuni Stati incerti. In uno di questi, l’Ohio, McCain si è mostrato ieri particolarmente fiducioso. "Le cose cominciano ad andare per il verso giusto", ha rassicurato parlando ai suoi sostenitori. E a "Fox News Sunday" ha dichiarato: "Ne ho fatte di campagne elettorali, amici, per capire quando arriva l’entusiasmo, quando è il momento giusto. Ora ci siamo".