Obama, la scelta nucleare USA ed il silenzio verde in Italia, per ora
24 Febbraio 2010
Contrordine compagni: Obama ha tradito! Questo grido di angoscia deve essere corso tre sere fa, raggelando gli animi, tra i verdi nostrani e bloccando la digestione agli eco-radical-chic che passano un’estate impegnata a Capalbio.
Un “dramma epocale” si era consumato in USA; il Presidente aveva sbloccato i fondi per costruire due centrali nucleari in Georgia, le prime nuove dopo una stasi di 30 anni. Lo smacco più grave è che le centrali sono state, come era logico e naturale, giustificate per contribuire alla riduzione dei gas serra, come prevede il Protocollo di Kyoto; infatti, già una sola taglia 16 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti a togliere dalla strada 3.5 milioni di autovetture.
Gli USA non hanno mai siglato Kyoto ritenendolo lesivo degli interessi economici delle loro industrie; però, molto pragmaticamente, si sono impegnati a combattere in maniera seria l’aumento dei gas serra con iniziative ad hoc non condizionate da vincoli burocratici ed irraggiungibili come quelli imposti dal Protocollo.
Torniamo al tradimento di Obama: egli ha chiarito che si aspetta sia reazioni positive che forti dissensi, ma le opinioni diverse “non possono impedirci di fare passi avanti”. Ha anche aggiunto che sulla questione energetica, che condiziona l’economia, la sicurezza e l’interesse del pianeta, “non possiamo continuare ad essere bloccati nel vecchio dibattito tra destra e sinistra, tra ambientalisti e imprenditori”. Parole forti ed inequivocabili.
A fronte di questa scelta coraggiosa sorgono spontanee alcune domande da rivolgere agli oppositori “organici” nostrani al nucleare che pochi giorni fa avevano invaso i media per sparare a zero contro il provvedimento del Governo che dettava norme precise e chiare per l’individuazione dei siti nazionali delle centrali.
Per esempio, vorremmo chiedere alla Presidente uscente del Piemonte come si pone di fronte all’uscita USA visto che lei aveva sostenuto che “il nucleare è una scelta non economica, pericolosa e non più adottata all’estero”. Analogamente, come si giustifica oggi la posizione vetero-ecologista dell’Italia dei Valori contraria al nucleare quando un presidente democrata compie un passo in avanti di tale portata?
Obama ha spiazzato tutti coloro che sin dalla sua elezione lo avevano innalzato ad icona mistica della purezza ambientale basata sul risparmio e l’uso delle fonti rinnovabili: un sogno che non tiene conto del fatto che un paese ha bisogno di energia 24 ore su 24, in maniera continua e regolare, e che questo non si può ottenere dalle fonti rinnovabili, utili ma aggiuntive alle sorgenti primarie. Finché non si troverà qualcosa di nuovo, volenti o nolenti, gli idrocarburi, il carbone ed il nucleare sono scelte dalle quali non si può prescindere. Il nucleare, peraltro, è la sola scelta che permette una reale diminuzione dei gas serra come dimostra il caso della Francia che, con le sue 56 centrali nucleari, è l’unico paese che è riuscito a rispettare i vincoli del Protocollo di Kyoto.
La scelta di Obama, inserita in un piano globale, ha sparigliato i giochi degli oppositori nostrani proprio nel momento in cui il nostro Governo sta rilanciando il nucleare. Sarà interessante vedere le reazioni dei prossimi giorni: aspettiamoci sottili distinguo, frasi furbescamente bizantine del tipo “ negli USA si che la scelta si può fare, ma da noi, con il nostro territorio..”. Per ora tutto tace grazie al rimestio nel fango di questi giorni e che durerà sino alle prossime elezioni amministrative. Da un punto di vista prettamente tecnico lascia estremamente perplessi il titolo con cui Il Sole 24 Ore riportava la notizia e che, non è chiaro su quali basi scientifiche, parla di “Nucleare Verde”! Forse qualcuno gli ha soffiato in anteprima quale sarà il colore delle mura esterne degli impianti che saranno realizzati in Georgia.