Obama, l’ultimo discorso all’Onu e la consueta retorica

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Obama, l’ultimo discorso all’Onu e la consueta retorica

20 Settembre 2016

Obama oggi ha tenuto per davvero quello che sarà il suo ultimo discorso all’Onu. E per quanto fosse l’ultimo, non è venuto fuori nulla di particolarmente rilevante. Niente che si discostasse dalla consueta retorica, caricata di luoghi comuni. E così le ultime parole all’Assemblea generale dell’Onu sono state una lunga lista di messaggi promozionali, e neanche originali. 

”Dobbiamo fare di più per  aiutare i rifugiati. Dobbiamo respingere qualsiasi forma di razzismo fondamentalismo e di idee superiorità di razza. Bisogna abbracciare la tolleranza e il rispetto di tutti gli esseri umani e di tutte le culture”.

Per poi passare ad attaccare la Russia. Ma, anche qui, niente che si avvicini ad una vera intelligenza geopolitica: “Sta cercando di riguadagnare la gloria perduta tramite la forza. No agli uomini forti e a modelli di società  guidate dall’alto. La democrazia resta il vero percorso da compiere. E la strada verso la vera democrazia è meglio dell’autoritarismo”.

Non poteva mancare un riferimento all’obsoleto discorso sulla globalizzazione: “Dobbiamo correggere la globalizzazione, ma no ai nazionalismi e ai populismi.” 

Ed, infine, un po’ di campagna elettorale: “Un Paese circondato dai muri imprigionerebbe se stesso”. Il riferimento era chiaramente a Trump. E l’intenzione era di difendere quel modello di integrazione globale che, dal suo punto di vista, è lontano da tentazioni isolazioniste.