Obama non ride più, ma punta sull’ironia

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Obama non ride più, ma punta sull’ironia

03 Maggio 2008

Il nuovo Kennedy, il presidente che cambierà il volto dell’America, l’uomo-provvidenza per gli Stati Uniti e chi più ne ha più ne metta. Per mesi, mass media – americani e non – hanno dedicato vibranti panegirici a Barack Obama. Quell’incantesimo s’è rotto. Saranno state le dichiarazioni politicamente scorrettissime del suo ex pastore Jeremiah Wright e gli attacchi sferrati dai repubblicani che lo hanno accusato nell’ordine di essere il “candidato di Hamas”, “insensibile alle esigenze dei poveri” e “inesperto e poco patriottico”. E last but not least, sarà stato il recupero di “Die Hard”-Hillary Clinton, fatto sta che la campagna elettorale del senatore afro-americano ha perso smalto e vigore. Obama (e forse alla lunga sarà un bene anche per lui) è tornato un candidato come gli altri, privo di quell’aura di santità che lo ha accompagnato per buona parte di queste lunghissime presidenziali. Intendiamoci, il senatore dell’Illinois è ancora in vantaggio sulla ex First Lady per conquistare la nomination democratica. I numeri parlano chiaro: alla vigilia del voto nell’Indiana e nel North Carolina, Obama conta su un discreto vantaggio nel numero dei delegati, espressione del voto popolare, e nella quota dei superdelegati, espressione dell’establishment del partito. Il giovane senatore ha anche conquistato un numero di Stati superiore rispetto alla sua avversaria. Ma, ricordano in molti, Hillary ha prevalso in quei grandi Stati come Pennsylvania e Ohio che saranno decisivi il 4 novembre nella sfida con John McCain. D’altronde, il dirompente “Yes, we can” che ha conquistato i cuori e le menti di milioni di americani non convince più con la stessa efficacia dei mesi scorsi. Un sondaggio pubblicato da CNN, in questi giorni, mostra, impietosamente, l’erosione di consenso che ha colpito Barack Obama. A metà marzo, ha spiegato Bill Schneider, decano dei politologi del network di Atlanta, Obama aveva un 52 per cento di gradimento rispetto al 45 di Hillary Clinton. Ora, invece, i due contendenti sono appaiati attorno al 45-46 per cento. Per riguadagnare terreno, Obama non manca di ricorrere all’umorismo. L’“operazione simpatia” è andata in onda il primo maggio al David Letterman Show. “Non dormo da ottobre”, ha affermato il senatore. Obama ha detto di aver cancellato i suoi impegni elettorali il giorno che è uscito nelle sale il film “Sex and the City”. Poi la chicca finale: “Alle primarie in Illinois, mi sono sbagliato e ho votato Kucinich”, il candidato di sinistra del partito Democratico.