Obama sceglie i nuovi ambasciatori tra i suoi più generosi finanziatori

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Obama sceglie i nuovi ambasciatori tra i suoi più generosi finanziatori

01 Giugno 2009

Barack Obama ha annunciato un’infornata piuttosto cospicua di nuovi ambasciatori. “Sono grato a questi americani che si sono distinti di aver accettato di rappresentare gli Stati Uniti e di rafforzare le nostre alleanze all’estero in questo momento critico per la nostra nazione e per il mondo” ha detto il presidente in una nota, dichiarandosi “fiducioso nel fatto che riusciranno a far avanzare la diplomazia americana”. Vediamo, caso per caso, quali sono i nomi e le storie di questi uomini.

Per Londra, Obama ha scelto Louis Susman, ex vice presidente di Citigroup e titolare di attività bancarie di investimento. Susman è stato anche impiegato della Salomon Brothers ed entrò in politica all’epoca di Reagan, ma soprattutto ha raccolto centinaia di milioni di dollari di donazioni per i Democratici durante la campagna elettorale che ha portato alla vittoria di Obama. La Casa Bianca ha annunciato che tra i papabili c’è anche Miguel H. Diaz, un professore associato di teologia agli istituti universitari di “San Benedict” e “Saint John”, per l’importante ambasciata in Vaticano. Diaz è un teologo cattolico, Cubano-Americano, che ha appoggiato Obama nella campagna presidenziale. Era fra i 26 firmatari della dichiarazione che sostenne la nomina di Kathleen Sebelius al dipartimento dei servizi sanitari e sociali (la Sebelius è una cattolica pro-choice, fortemente criticata dai cattolici conservatori).

L’ex rappresentante dell’Indiana, Tim Roemer, andrà a ricoprire la carica di ambasciatore a Nuova Delhi. L’ex capo della commissione dell’11 settembre ha sostenuto Obama durante la campagna ed è un forte sostenitore del suo piano di politica estera. A lui spetterà curare i rapporti con uno dei più forti e importanti alleati degli Usa, l’India. Charles Rivkin potrebbe invece essere assegnato a Parigi come consigliere della sicurezza “fuori. Rivkin è un ex analista finanziario che ha diretto Jim Henson Co. e Wild Brain, Inc.

Obama ha designato l’avvocato – ed esperto di informatica e di biotecnologie – John Roos a capo della diplomazia in Giappone. Come top manager di Palo Alto, Roos ha contribuito a raccogliere  fondi per le aziende della new economy ed ha rappresentato legalmente le stesse nei tribunali americani. Vilma Martinez, ex presidente e consulente legale della Lega per la Difesa dei Messico-americani e del Fondo per l’Educazione, potrebbe partire per l’Argentina. Attualmente è un avvocato che sorveglia le aziende sul rispetto delle leggi sulla occupazione.

La probabile ambasciatrice in Danimarca, Laurie Fulton, viene anche lei da uno dei più potenti studi legali di Washington. Ha già ricevuto la conferma del senato come direttrice dell’istituto di pace degli Stati Uniti. Obama si è rivolto invece a un ex cappellano dell’esercito per essere rappresentato all’Unione Africana: si tratta di Michael Battle, che ha lavorato in molte università ed ora è presidente del centro teologico interconfessionale di Atlanta. Robert Connan, diplomatico Usa presso l’Ue, dovrebbe partire per l’Islanda. Christopher Dell, attualmente in Afghanistan, per il Kosovo. Patricia A. Butenis, ora in Irak, sarebbe deputata allo Sri Lanka e alle Maldive. Thomas Shannon, ex assistente del segretario di stato nel 2005, in Brasile.

A far discutere l’America non è solo il fatto che molte di queste nomine coincidano con i nomi dei più importanti donatori della campagna presidenziale. La prassi negli Usa è questa anche se Obama, in passato, aveva criticato la tendenza a ricompensare i principali “foundraiser” con incarichi prestigiosi. Negli ultimi anni, Susman ha raccolto milioni di dollari per i democratici e 200mila bigliettoni per Obama. Roos, che secondo “Politico” non avrebbe  “alcuna esperienza diplomatica o in questioni del sud est asiatico” ha raccolto oltre mezzo milione di dollari nel 2008. Anche Rivnik, se sarà confermato dal Senato alla carica di ambasciatore a Parigi, figura tra i grandi donatori del presidente. Staremo a vedere se questi uomini sapranno far avanzare la diplomazia degli Usa, così come sono stati bravi a trovare fondi per Obama.