Obama sceglie un politico per guidare la Cia (ed è un altro clintoniano)

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Obama sceglie un politico per guidare la Cia (ed è un altro clintoniano)

09 Gennaio 2009

Barack Obama ha fatto tutto in gran segreto. D’altronde, si tratta pur sempre della Cia. E, a sorpresa, per guidare l’agenzia di Langley ha scelto un politico: Leon Panetta. La nomina dell’ex capo dello staff di Bill Clinton ha suscitato più di qualche perplessità nella comunità degli 007 americani. E non solo. Le prime bordate sono arrivate proprio dall’establishment democratico non tanto per la persona, molto apprezzata fin dall’era clintoniana, ma per la modalità della scelta. A prenderla male è stata soprattutto la senatrice della California, Dianne Feinstein, presidente in pectore del Comitato senatoriale per l’Intelligence, che sulla nomina di Panetta non è stata nemmeno consultata. La Feinstein ha definito il 70enne politico italo-americano non qualificato per il ruolo.

Anche il finora evanescente vice presidente eletto Joe Biden ha criticato la scarsa trasparenza che ha contraddistinto la nomina. Peraltro, prima di entrare in carica, Panetta dovrà ricevere il placet del Senato e questi malumori non aiutano certo a spianargli la strada. In favore di Panetta si è invece espresso il leader della maggioranza democratica al Senato, Harry Reid, e un altro membro del Senate Intelligence Committee, Bill Nelson. Anche lui, tuttavia, non ha mancato di lanciare una frecciatina a Barack Obama. “Siamo stati frustrati”, ha dichiarato a Politico.com, “dalla volontà dell’amministrazione Bush di non essere trasparente e aperta sull’intelligence. Dianne Feinstein si aspettava qualcosa di meglio dalla nuova amministrazione”.

Al di là della forma resta la questione di merito, ovvero l’opportunità di nominare un outsider a capo della Central Intelligence Agency, in un momento non certo facile per la comunità degli agenti segreti americani. I supporter di Panetta (numerosi nell’area liberal) ricordano che, in fondo, dal 1994 al 1997, come chief of staff del presidente, il nuovo capo di Langley ha partecipato ai riservatissimi briefing quotidiani dell’intelligence. D’altro canto, per alcune settimane, fonti vicine al presidente eletto hanno sostenuto che Obama fosse intenzionato a nominare un insider: John Brennan, che nell’Agenzia aveva lavorato durante l’amministrazione Bush. A causa delle sue controverse posizioni sull’uso della tortura negli interrogatori dei terroristi, il nome Brennan era stato accolto da una levata di scudi negli ambienti progressisti già costretti a digerire i “falchi” Clinton, Jones e Gates.

Le dichiarazioni dell’ex senatore dell’Illinois sulla scelta di Panetta mostrano comunque una volontà di rottura con il recente passato. “Voglio una Cia – ha affermato Obama – che non dica al presidente ciò che si aspetta voglia ascoltare, ma ciò che è necessario debba ascoltare per prendere decisioni utili a proteggere il popolo americano”. Per Obama, Leon Panetta porterà alla Cia “una straordinaria capacità manageriale, una grande saggezza politica e un curriculum impeccabile di integrità”. Il 44mo presidente Usa ha inoltre assicurato che la sua amministrazione è “impegnata a rompere con alcune pratiche del passato che hanno danneggiato l’immagine delle agenzie di intelligence e la politica estera degli Stati Uniti”. Insomma, con la scelta del politico Leon Panetta, Obama ha voluto dare un segnale alla potente burocrazia della Cia: “Qui comando io”.