Obama, se Guantanamo non chiude è colpa del Congresso
24 Maggio 2013
di redazione
"Guantanamo è il simbolo di una America che aggira la legge". Ormai sembra uno scherzo. Periodicamente, il presidente americano Barack Omaba torna ad annunciare che il supercarcere di Guantanamo aperto dal 2002 verrà chiuso. Lo aveva promesso nella campagna elettorale del 2008, ne parla ancora oggi ad anni di distanza. Ma stavolta potrebbe essere quella buona, i "nemici combattenti", o almeno i detenuti meno pericolosi adesso potrebbero essere trasferiti nello Yemen dove ci permettiamo di aggiungere probabilmente rimpiangeranno Gitmo. L’operazione verrà gestita da un supercommissario del Pentagono. Intanto arriva l’ok del governo yemenita.
Obama se la prende comunque con la politica e il Congresso accusati di aver tergiversato nella chiusura del carcere. Intanto, nel carcere sull’isola di Cuba molti detenuti hanno iniziato a fare sciopero della fame. Nel suo discorso alla National Defense University di Washington, Obama ha anche annunciato una sterzata nelle operazioni oltreoceano con i Droni, è stato il presidente che li ha usati di più ma adesso si accorge che colpiscono troppi innocenti, anche se le operazioni con gli aerei telecomandati sono legittime e almeno in parte continueranno. Obama ha ammonito gli americani: la situazione rispetto all’11 Settembre si è evoluta, oggi il vero pericolo è il terrorismo interno, nei confini dell’America. Ma la "Guerra al terrore" sta finendo. "Chi è il nemico", si è chiesto Obama.
Giovedì scorso, il presidente è stato duramente contestato da una pacifista del gruppo Code Pink che è stata portata via dalla polizia. I leftist non credono più al Presidente, dal ritiro dai fronti di guerra, Iraq e Afghanistan, a Guantanamo, lo accusano di aver proseguito le politiche di Bush pur cambiando il lessico della lotta al terrore. Obama è sotto pressione perché ormai a chiedere maggiore trasparenza sulle operazioni condotte contro il terrorismo è un fronte bipartisan di avvocati ed esperti giuridici.
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