Obama s’inventa il salario minimo perché è nei guai
29 Gennaio 2014
di Ronin
Nel discorso sullo Stato della Unione e anche dopo, Barack Obama è tornato ad annunciare il rialzo dei salari minimi per i lavoratori americani. "L’America non resterà immobile e neppure io, dovunque e in qualsiasi momento agirò anche senza l’iter legislativo per estendere le opportunità delle famiglie americane", ha detto il presidente che vuole costringere il Congresso a darsi una mossa sulle proposte in materia di occupazione, immigrazione, pensioni. Il presidente è sceso nei sondaggi che rilevano il consenso verso la Casa Bianca. In realtà Obama ha un sacco di guai: si potranno alzare i salari per decreto ma il problema è che negli Usa ci sono 50 milioni di poveri e la middle class sta praticamente scomparendo. Si avvicinano le elezioni di medio termine e i Repubblicani sono pronti a farsi sotto anche se non è che brillino come statisti da un (bel) po’ di tempo. Poi c’è l’Afghanistan, con il ritiro annunciato per il 2014; dopo tanti sforzi fatti potrebbe rivelarsi una sconfitta. E dall’Ucraina al Mediterraneo il Presidente sembra poter contare sempre meno su Ue e Nato. Va bene il salario minimo e che l’economia è tornata a crescere. Ma dopo otto anni cos’è l’America di Obama?