Obama sotto attacco, vescovi ed economisti criticano il presidente

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Obama sotto attacco, vescovi ed economisti criticano il presidente

28 Marzo 2009

Grosse nubi si addensano sul prossimo incontro tra Obama e papa Benedetto XVI. L’episcopato cattolico statunitensa è sul piede di guerra. Dopo aver riaperto la corsa alla ricerca sulle staminali embrionali, Obama minaccia di abrogare l’obiezione di coscienza del personale sanitario, che potrebbe costringere medici e infermieri cattolici a dover praticare l’aborto. C’è stata una levata di scudi dei vescovi Usa e il cardinale di Chicago, Francis Eugene George, ha detto che bisogna evitare a Obama di far slittare "il nostro Paese dalla democrazia al dispotismo".

Le parole del cardinale sono state rilanciate dall’Osservatore Romano. "Il rispetto per la coscienza dell’individuo e per la libertà religiosa" ha detto il porporato, sono principi irrinunciabili per "evitare ogni forma di oppressione". Questi principi rappresentano dei valori condivisi della società americana, "abbiamo bisogno di regole legislative per garantire la libertà di coscienza e di religione".

Secondo Monsignor William Francis Murphy, vescovo di Rockville Centre (NY) e presidente del Comitato per la giustizia interna e lo sviluppo umano dell’episcopato Usa, "l’abrogazione delle norme sull’obiezione di coscienza solleva una questione importante perchè tali regolamenti concernono la protezione di diritti umani, diritto di coscienza e diritto di libertà di religione. Tutti dovrebbero preoccuparsi per il tentativo di abrogare le regole che garantiscono tali diritti. Se i diritti anche di una singola persona possono essere abrogati, anche i diritti di ognuno di noi potrebbero essere in pericolo".

Ma oggi Obama è finito nel mirino anche della sinistra americana. "Obama sbaglia", ha titolato Newsweek che nella copertina di questa settimana ritrae un preoccupato Paul Krugman, il premio Nobel per l’economia 2008, che si era opposto "lealmente" ai piani di Obama per il rilancio della economia. Oltre al fuoco di fila dei vescovi c’è anche la fronda liberal. Gli economisti progressisti hanno criticato l’acquisto dei titoli tossici ("soldi in cambio di spazzatura") e il britannico Financial Times ha dato voce alla protesta.

Robert Reich, l’ex ministro del lavoro di Bill Clinton, ha descritto il segretario del Tesoro Geithner come "un prigioniero" di Wall Street, sottolineando il collegamento tra Paulson e Geithner, cioè tra l’impostazione dell’ultimo Bush Henry Paulson e quella della amministrazione attuale. Secondo un altro Premio Nobel, Joseph Stiglitz, il piano Obama "somiglia a una rapina contro il popolo americano".

La blogosfera, gli editorialisti dei grandi giornali, l’accademica, l’intero mondo liberal accusa il trio Obama-Geithner-Summers, di prendere ordini dai finanzieri che hanno portato gli Stati Uniti in bancarotta. Prima degli attacchi dal fronte degli economisti liberal, la settimana scorsa c’erano state le incursioni del New York Times: lo stesso Krugman, Frank Rich e Maureen Dowd, Thomas Friedman, tutti a polemizzare sulle scelte economiche e di politica estera del presidente.