Ocse, altro che crescita! Italia quinta al mondo per peso delle tasse sugli stipendi

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Ocse, altro che crescita! Italia quinta al mondo per peso delle tasse sugli stipendi

11 Aprile 2017

L’Italia scala posizioni, ma la classifica non è tra le più felici. Secondo i dati pubblicati dall’Ocse, l’Italia è al quinto posto nella classifica mondiale relativa al peso delle tasse sui salari. Nel caso dei lavoratori ‘single’, rispetto all’anno scorso, il Belpaese è passato dalla sesta alla quinta posizione, mentre nel caso delle famiglie monoreddito il balzo è ancora più evidente: dal quinto al terzo posto.

E analizzando nel dettaglio il responso Ocse, c’è poco da stare allegri. Il cosiddetto cuneo fiscale in Italia per un single senza figli è complessivamente al 47,8%, contro una media europea al 36 per cento. Mentre siamo al terzo posto per il cuneo fiscale nel caso di una famiglia monoreddito con due figli (38,6%). In questo caso seguiamo solo la Francia (40%) e la Finlandia (39,2%) e superiamo di 12 punti la media Ocse (26,6%). Inoltre, dal rapporto emerge che in Italia il salario medio lordo è di poco meno di 40 mila euro, al di sotto di quello medio Ocse che supera i 40 mila euro. I salari lordi italiani sono tassati del 31,1% contro il 25,5% della media Ocse.

Il rapporto dell’Organizzazione parigina conferma il trend evidenziato dal “fact checking” del Centro studi di Unimpresa secondo cui le tasse, già aumentate nel corso di questi anni, sono destinate a salire di 3 miliardi nel prossimo triennio a fronte di una spesa pubblica che, invece, è destinata ad aumentare di ben 24 miliardi di euro. Quindi, la nostra posizione attuale potrebbe essere destinata a mutare, però in peggio.

Insomma, anche se Renzi & Co. continuano a sostenere il contrario, il “tassa e spendi”  della “renzinomics”, la politica economica dei mille giorni di governo dell’ex premier, è un dato di fatto. E i numeri non mentono.